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Dove il mare non basta

Dove il mare non basta

21 Aprile 2015

Il Paese lancia una campagna di valorizzazione del patrimonio culturale e della tradizione per diversificare l'offerta e ampliare il bacino turistico Cancùn e la Riviera Maya sono una storia ben nota ai turisti italiani, ma il Messico non si accontenta. La nuova tendenza che il Paese sta lanciando per diversificare la sua offerta e ampliare il bacino di potenziali turisti è ben chiara: valorizzare tutti gli asset disponibili, che vanno dalla natura non strettamente collegata al mare dei Caraibi alle tradizioni produttive ed enogastronomiche, fino all'enorme patrimonio archeologico e culturale che permette al Paese di annoverare 39 siti tutelati dall'Unesco.

La tendenza, dicono dall'ente del turismo, è già in atto, anche sul mercato italiano. Sono in aumento, infatti, le richieste per tour culturali che comprendano anche un'estensione mare, con un andamento uguale e contrario a quello che ha caratterizzato il traffico turistico italiano verso la destinazione negli anni precedenti. Un trend che il Paese sta cercando di ampliare su molti mercati, realizzando prodotti che portino i turisti alla scoperta di aree meno note da vendere in maniera originale. È il caso dello Yucatan, che con gli altri Stati dell'area sudoccidentale del Messico vuole valorizzare il patrimonio archeologico, composto da 10 siti legati alla civiltà Maya. Un patrimonio che ha come attrazioni di punta Chichén Itzá e Tulum, ma che mette a disposizione dei turisti anche una serie di aree meno conosciute che possono essere vendute a un pubblico alternativo.

Ad esempio, negli Usa alcuni operatori stanno iniziando a costruire pacchetti per famiglie che permettono ai bambini di vivere l'esplorazione di un sito archeologico come una ricerca degna di Indiana Jones.Altro asset del Paese sono i percorsi legati alla tradizione e al cibo, con alcune proposte a tema, come quella della Ruta del Cacao, che si intersecano con tour dedicati al patrimonio coloniale. Diverso è il caso della Stato di Oaxaca, sul quale il Messico sta investendo in termini infrastrutturali per rendere più fluide le connessioni con le spiagge del Pacifico, con Puerto Escondido in particolare, già conosciuto dal mercato italiano ma sul quale si sta concentrando l'attenzione di alcuni player turistici. Intanto, sempre in tema di infrastrutture, sono partiti i lavori per la costruzione del nuovo terminal di Città del Messico, l'aeroporto del futuro che porta la firma di due archistar come Norman Foster e Fernando Romero. L'hub potrà servire 120 milioni di passeggeri l'anno. - Fonte: TTG Italia