Decreto Ristori bis oggi in discussione: le prime novità per le categorie
Dovrebbe essere approvato oggi il decreto Ristori bis, che stanzierà nuovi aiuti per commercianti, ristoratori, partite Iva, che saranno modulati in base alla geografia delle restrizioni previste dal nuovo Dpcm.
Gli indennizzi, nel caso dei bar e ristoranti che saranno costretti a chiudere nelle zone rosse, potrebbero arrivare al 200% dei rimborsi già erogati con il dl Rilancio. Saranno inoltre rifinanziati i congedi parentali per chi ha i figli a casa in quarantena o per la scuola chiusa e non può ricorrere allo smart working, e il bonus asili nido.
L’idea di base è estendere i ristori ai settori che saranno colpiti dalle nuove misure restrittive a livello nazionale, come ad esempio i centri commerciali che dovranno chiudere nel weekend o i musei, ma anche a tutti quei comparti che sono rimasti tagliati fuori dagli aiuti precedenti come i bus turistici, gli ambulanti, il settore del wedding o le pizzerie e le rosticcerie.
Le altre misure
Inoltre si pensa di integrare gli indennizzi per le attività che hanno già ricevuto i ristori e che saranno ulteriormente colpite dalle restrizioni come bar e ristoranti, già costretti a chiudere alle 18, e che dovranno fermare del tutto l'attività nelle zone rosse.
I ristori dovrebbero essere concessi come contributi a fondo perduto, parametrati a quelli di primavera, con bonifico automatico per chi li ha già ricevuti e, dietro presentazione di domanda, quindi con tempi più lunghi, per i nuovi beneficiari; inoltre la cancellazione della seconda rata Imu, gli sgravi sugli affitti per tre mesi e la sospensione dei versamenti contributivi.
Il problema è però quello delle risorse. Il deficit con il primo decreto ristori è salito al 10,7% e rimane quindi corta la coperta, con un margine ulteriore dello 0,1%, circa 2 miliardi di disponibilità, che rischiano di non essere sufficienti.
Fonte = TTG ITALIA 06/11/20
Gli indennizzi, nel caso dei bar e ristoranti che saranno costretti a chiudere nelle zone rosse, potrebbero arrivare al 200% dei rimborsi già erogati con il dl Rilancio. Saranno inoltre rifinanziati i congedi parentali per chi ha i figli a casa in quarantena o per la scuola chiusa e non può ricorrere allo smart working, e il bonus asili nido.
L’idea di base è estendere i ristori ai settori che saranno colpiti dalle nuove misure restrittive a livello nazionale, come ad esempio i centri commerciali che dovranno chiudere nel weekend o i musei, ma anche a tutti quei comparti che sono rimasti tagliati fuori dagli aiuti precedenti come i bus turistici, gli ambulanti, il settore del wedding o le pizzerie e le rosticcerie.
Le altre misure
Inoltre si pensa di integrare gli indennizzi per le attività che hanno già ricevuto i ristori e che saranno ulteriormente colpite dalle restrizioni come bar e ristoranti, già costretti a chiudere alle 18, e che dovranno fermare del tutto l'attività nelle zone rosse.
I ristori dovrebbero essere concessi come contributi a fondo perduto, parametrati a quelli di primavera, con bonifico automatico per chi li ha già ricevuti e, dietro presentazione di domanda, quindi con tempi più lunghi, per i nuovi beneficiari; inoltre la cancellazione della seconda rata Imu, gli sgravi sugli affitti per tre mesi e la sospensione dei versamenti contributivi.
Il problema è però quello delle risorse. Il deficit con il primo decreto ristori è salito al 10,7% e rimane quindi corta la coperta, con un margine ulteriore dello 0,1%, circa 2 miliardi di disponibilità, che rischiano di non essere sufficienti.
Fonte = TTG ITALIA 06/11/20