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Debutto Wtm: Euromonitor, vacanze sempre più tech e hipster

Debutto Wtm: Euromonitor, vacanze sempre più tech e hipster

l mondo viaggia e in futuro lo farà ancora di più. Sarà l’economia che riparte, saranno le aziende che ‘invitano’ i loro dipendenti a prendersi lunghi periodi di vacanza quando il lavoro non c’è – succede negli Usa, per mano di colossi del calibro di Netflix, Evernote o Virgin Group – sta di fatto che da un capo all’altro del globo il turismo continua a crescere.

«Complessivamente, il numero degli arrivi ha raggiunto quota 1,1 miliardi nel 2014, +4.3%, mentre per l’anno in corso ci attendiamo un incremento un po’ più debole, intorno al 3,7%», ha detto Caroline Bremner, head of travel and tourism research di Euromonitor International, durante la giornata d’apertura del Wtm di Londra.

«Anche la spesa di chi viaggia è aumentata – continua Bremner – con la regione Asia Pacifico e la Cina e i suoi 84 milioni di abitanti pronti a uscire dal loro Paese, che faranno registrare i tassi di incremento più elevati».
 

Le nuove smart city
Se negli Usa prevale dunque la formula ‘work less, play hard’, scelta dalle corporation per avere staff più motivati e produttivi al rientro dai loro viaggi, al di qua dell’Atlantico sono piuttosto la tecnologia e le nuove culture a farla da padrone.

«Nel Regno Unito, ad esempio, città secondarie come Bristol, Cambridge o Milto Keynes, stanno velocemente rinnovando la loro offerta turistica, diventando delle vere e proprie smart cities con l’aiuto di app e soluzioni all’avanguardia capaci di attrarre parte dei turisti che prima andavano solo a Londra», ha affermato Caroline Bremner. 

Attraversando la Manica, invece, è venuto il momento delle cosiddette ‘hipster holidays’. Ovvero: i giovani e creativi viaggiatori del terzo millennio disdegnano i tradizionali percorsi turistici, e vanno a caccia dei quartieri alternativi delle grandi città europee, tra gallerie d’arte e bistrot all’ultima moda.

Sharing economy per tutti
Insomma, a vincere sempre di più è adesso il modo di viaggiare smart, dove i consumatori si aspettano che i vari attori dell’industria turistica (dalle compagnie aeree agli hotel, passando per le olta) forniscano loro offerte e proposte fortemente personalizzate, rigorosamente basate sulla preferenze individuali. Stesso discorso anche nel resto del mondo.

Se l’Iran si avvia a diventare la perla da vedere nei prossimi anni, con i suoi 17 siti Patrimonio dell’Umanità, «l’Africa, dal canto suo – continua la manager di Euromonitor al Wtm – sta entrando in una nuova era di innovazione, che servirà a cambiarne la percezione da parte dei turisti stranieri».

Per quanto riguarda, invece, la sharing economy, e il suo naturale portabandiera Airbnb, il colosso di condivisione sta conquistando i mercati di Filippine e Thailandia, dopo avere già sfondato in Cina e India. Sottolinea Bremner: «Qui il problema riguarda piuttosto il fatto che quasi un miliardo di indiani non possiede un conto in banca, e quindi diventa indispensabile trovare forme di pagamento alternative per le prenotazioni sul web».

Il futuro è mobile
Con oltre 96 miliardi di dollari, e una percentuale di vendite a livello globale del 12.5%, le prenotazioni di hotel, voli, ma anche ristoranti e autonoleggi, effettuati via smartphone o tablet, il destino sembra segnato.

«Le opportunità che la tecnologia smart offre alle aziende che lavorano nel mondo del turismo sono infinite», ha detto Simon Press, senior director di Wtm London, durante il dibattito di apertura della manifestazione londinese.
 

E continua: «Non manca molto, e i suggerimenti personalizzati, creati incrociando le preferenze personali con i big data e la geolocalizzazione dei consumatori, diventeranno la norma».

I dati presentati da Euromonitor International parlano chiaro: entro il 2019 le vendite di viaggi via mobile aumenteranno a un tasso annuale del 22%, consentendo a società come Booking.com, o Expedia e Ryanair, di mettere in atto quello che Amazon fa già da anni. Offrire soluzioni sulla base di una conoscenza dettagliata e approfondita del singolo viaggiatore. E per chi vuole fare da sé, non resta che tenere spento il proprio smartphone.

Dove vanno gli hipster? Stop a monumenti e musei, i nuovi trendsetter del vecchio continente promettono di rivoluzionare il mondo dei city-break dimenticando quello che fino ad oggi era messo al centro dell’offerta turistica.

Vietati gli alberghi – tanto c’è Airbnb o le decine di suoi cloni – l’importante è uscire dai sentieri battuti. Kreuzberg a Berlino, il District VII a Budapest, Dalston a Londra, e poi ancora Barcellona, Tallin e via dicendo. Peccato, però che tra le 10 destinazioni top per il 2015, Euromonitor non indichi nel suo studio nemmeno una città italiana. - Fonte: L'AgenziaDiViaggi.it