Da Luxor ad Aswan Reportage dal Nilo
Il bilancio? Abbiamo trovato un Paese in attesa, e un apparato turistico rallentato ma pronto a riprendersi in un batter d'occhio. Un gioco di prestigio non nuovo per l'Egitto che anche altre volte, in momenti di difficoltà, ha saputo dimostrare la sua capacità di ripresa, riconquistando rapidamente la sua posizione dominante. Nelle città e nei siti archeologici dove ci siamo fermati lungo il Nilo abbiamo trovato l'atmosfera e il fascino di sempre, ma con una differenza. Ovunque mancavano i turisti.
Luoghi dove il turismo è il volano stesso della quotidianità, paradossalmente e illogicamente sospesi nel tempo. Luoghi assolutamente tranquilli, nel senso che non abbiamo mai sentito un minimo sentore di disagio per quello che riguarda la sicurezza. Ma troppo tranquilli, senza quel moto perpetuo di visitatori del quale il settore ha bisogna per andare avanti.
Per l'Egitto il turismo non è solo una questione di numeri. È la linfa vitale che fa ruotare una macchina tentacolare, con un indotto che si estende ben oltre i grandi siti archeologici, le città e le località balneari, coinvolgendo intere regioni e milioni di persone. Noi ci trovavamonel cuore dell'Egitto classico, frequentato da sempre da europei e, negli ultimi anni, da numeri crescenti di visitatori dall'Europa dell'Est, dall'Asia e dalle Americhe. E abbiamo riscontrato in ogni momento come gli egiziani hanno saputo plasmare la loro offerta, incontrando venditori dei bazar, che oggi parlano russo e persino cinese, e bravissime guide abituati ormai a interloquire non solo con italiani, inglesi e francesi, ma con visitatori di tutte le razze.
Torneranno i turisti, abbiamo assicurato tutti quelli che incontravamo. E il Paese è pronto a riceverli, non appena saranno tolti quei sconsigli che, nonostante tutto, non sono riusciti a spegnere la resilienza, le speranze e i sorrisi degli egiziani. - Fonte: TTG Italia sito web (di Pamela McCourt Francescone)