Così cambia il Ministero
È, infatti, pronta la riorganizzazione del Mibact voluta dal ministro Massimo Bray, che arriva preceduta da una lunga gestazione e con il contributo di una commissione di esperti che ha operato per diversi mesi. Malgrado questo, appena sono comparsi i primi contenuti, le polemiche hanno iniziato ad infuriare, in particolare per la parte legata alla gestione dei beni culturali. Sul turismo, totale silenzio.
Il Mibact viene riorganizzato in 9 Direzioni: 8 dedicate ai Beni Culturali e 1 al Turismo. Due sono le letture possibili, e due le letture che sono state date. Da un lato c'è chi sottolinea come il passaggio da un dipartimento ad una mera Direzione sia una sorta di 'diminutio' per la materia turismo. Dall'altro, si sottolinea invece come la nascita di una Direzione di fatto preservi il comparto e lo renda meno dipendente da decisioni complessive prese dal Ministero, mantenendo una certa autonomia.
Per qualunque delle due letture si propenda, l'ennesima riorganizzazione del Ministero (nato nel 1994 e già ristrutturato nel 1998, nel 2004, nel 2007 e nel 2009) nasce da un lato dalla spinta della spending review, dall'altro da una necessità di modernizzazione che permetta al Dicastero di accorpare le competenze amministrative in materia di turismo. Un comparto che necessità di maggiore rapidità, soprattutto per non compromettere le potenzialità degli investimenti privati. In sostanza, il Ministero si trova a dover incontrare i tempi delle imprese private, sicuramente differenti da quelli del pubblico. Così il turismo si trova sotto una nuova regolamentazione, che vede raggruppata in un'unica Direzione tutte le competenze.
Cosa farà il Dicastero
Il nuovo assetto organizzativo prevede la figura di un direttore generale, che si occuperà, praticamente, di tutto lo scibile turistico. A lui toccherà elaborare e proporre i piani di sviluppo delle politiche turistiche nazionali, comunitarie e internazionali e occuparsi di progetti strategici per migliorare la qualità dell'offerta e dei servizi turistici. Nello stesso tempo passeranno dal Ministero gli investimenti, sia in termini di promozione che con azioni dirette di valorizzazione sia in Italia che all'estero. Non solo, curerà le attività di regolazione delle imprese turistiche e la programmazione e gestione dei fondi strutturali. E ancora, si occuperà del fondo per i Buoni vacanze e del Fondo nazionale di garanzia.
Toccherà alla Direzione generale farsi carico anche delle iniziative di assistenza ai turisti e delle garanzie per il consumatore sui pacchetti turistici. Inoltre, svolgerà attività di indirizzo e vigilanza sull'Enit, sull'Aci e sul Cai e di controllo su Promuovi Italia Spa. Le competenze, quindi, andranno a coinvolgere profondamente le strutture direttive del turismo italiano a livello centrale, con la nascita di un referente unico per le esigenze di territori e di imprese. Ovviamente, tutte le iniziative saranno prese di concerto con le Regioni, che continuano a mantenere le competenze in materia di turismo in base al titolo V della Costituzione. - Fonte: TTG Italia (di Cristina Peroglio)