Cosa cambia con Etihad
Una delle scelte quasi scontata sarà il tentativo di rafforzare e concentrare su Roma la maggior parte delle tratte e questo coinciderà probabilmente con l'eliminazione o la riduzione di alcuni dei collegamenti con aeroporti del Centro e del Sud Italia. Una decisione che nel breve periodo potrebbe creare qualche svantaggio ai piccoli aeroporti oggetto di questa riduzione, anche se potenzialmente altre compagnie potrebbero subentrare sulle rotte che prima venivano coperte da Alitalia.
Per fare un esempio di fantasia, è possibile che Etihad (sfruttando il decreto del governo) sostituisca una rotta italiana, per esempio un Linate-Catania con un Linate-Düsseldorf, con uno svantaggio immediato per lo scalo siciliano che potrebbe essere compensato dal subentro di una nuova compagnia. Per restare al Nord Italia e in particolare a Milano, è chiaro che parte della strategia di Etihad si focalizzerà sugli scali lombardi gestiti da Sea e non a caso nei giorni scorsi si è tenuto un incontro fra i vertici del gruppo (con in prima fila il presidente Pietro Modiano) e quelli della compagnia di Abu Dhabi tra cui il ceo James Hogan. Al termine dell'incontro le dichiarazioni ufficiali hanno descritto un clima di grande serenità con molti temi da affrontare. In realtà il nodo Linate rischia di essere uno dei temi principali dell'era Etihad-Alitalia.
Quasi tutti gli operatori scommettono sul fatto che la compagnia di Abu Dahbi punterà a far diventare Linate uno scalo per le tratte a medio raggio in Europa. Una possibilità contenuta nel decreto Lupi che quasi certamente andrà incontro a una serie di ricorsi che verranno presentati dalle grandi compagnie europee, in primis Lufthansa (che probabilmente sarà la più danneggiata dalla controllata di Etihad, Air Berlin), ma anche Klm o British Airways. A questo bisogna aggiungere il fatto che è possibile che Hogan punti a trasformare l'Italia (e Roma in particolare) in una naturale piattaforma per servire i flussi che vanno da Abu Dhabi (e più in generale dal Medioriente) vesto ovest, in particolare verso nord e sud Atlantico. Una strategia razionale e industrialmente comprensibile, che però inevitabilmente rappresenterà una sfida a un'altra grande compagnia che ha investito molto in Italia e in particolare su Milano, ovvero Emirates.
Planando su Milano e su Emirates, il caso Etihad tira in ballo i cosiddetti «diritti di quinta libertà» (la possibilità di imbarcare e sbarcare in territorio estero passeggeri e merci destinati o provenienti da un altro Stato). Alitalia ha fatto ricorso contro la concessione di questi diritti a Emirates da parte del governo (concessione che aveva permesso di istituire il volo Emirates MalpensaNew York) con un rimpallo di decisioni fra Tar e Consiglio di Stato che ha tenuto in sospeso la compagnia di Dubai. Di fatto, sarà il governo Renzi a dover prendere una decisione definitiva, decisione che avrà un impatto politico notevole. Gli operatori si aspettano che alla fine Emirates potrà godere ancora dei diritti di quinta libertà, perché ritengono che una decisione diversa sarebbe eccessivamente lesiva della concorrenza, ma la risposta si avrà nei prossimi mesi. Infine, sul fronte del cargo (business merci) è probabile che si assisterà a una spinta contraria. Se infatti sui passeggeri il focus di Etihad sarà Roma, sulle merci sarà probabilmente Malpensa, anche se in ottica di medio periodo sembra che la compagnia di Hogan consideri interessante anche l'aeroporto di Brescia. - Fonte: Milano Finanza (di Manuel Follis)