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Consuntivo incerto per il turismo estivo

Consuntivo incerto per il turismo estivo

Numeri in libertà

Non si è sentito l'Osservatorio nazionale del turismo (Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo Unioncamere/Isnart), le cui preziose indagini avevano, fino all'anno scorso, rappresentato un utile e tempestivo punto di riferimento ufficiale «super partes». Per conoscere altri dati ufficiali (Istat, Banca d'Italia) bisognerà aspettare dicembre.

Fra gli ottimisti, Federalberghi che ha «visto» il 47% degli italiani (28 milioni) fuori casa per almeno una notte, 1,2 milioni in più che nel 2013. Fra i pessimisti, Federconsumatori non è andata oltre il 31% (18,6 milioni), 600.000 in meno sulle stime dell'anno scorso; appena un gradino sopra (32%) Federturismo di Confindustria. Poco male se siano in dubbio «soltanto» 9,4 milioni di persone, e una differenza di 1,8 milioni fra ipotesi di crescita e di diminuzione!

Il mistero, in parte, si potrebbe spiegare con i trasferimenti nelle seconde case e le visite ad amici e parenti: Federalberghi li considera giustamente «vacanze» (per l'appunto stimando che coinvolgano 9,2 milioni di persone); Federconsumatori e Federturismo probabilmente no, in quanto non costituiscono «domanda turistica». Una spiegazione (se così fosse) sarebbe comunque stata opportuna.

Numeri «litigiosi» anche per quanto riguarda gli italiani che sarebbero andati in vacanza all'estero: per Federalberghi sono 5,3 milioni, per Federturismo 2,3 milioni. Anche in questo caso, differenze non da poco... A sconvolgere le previsioni ci si è messo anche il maltempo, mai in tempi recenti così persistente nei mesi estivi. I gestori degli stabilimenti balneari hanno lamentato riduzioni di fatturato fra il 30 e il 50%; gli operatori tante prenotazioni mancate o annullate. C'è stata anche una polemica sul «terrorismo meteorologico» dei media che avrebbero scoraggiato il turismo anche laddove il tempo era bello.

Tutti d'accordo, vista la pesante crisi economica interna, sul fatto che le sorti estive della nostra industria turistica dipendano sempre più dai visitatori stranieri, che lo scorso anno erano stati circa 17 milioni (dati Bankitalia), in aumento del 3,9% sul 2012. Per l'estate 2014 tutte le previsioni sono state speranzose di un ulteriore, pur contenuta, crescita (+0,5% secondo un sondaggio Ciset), ma i dati Istat sul primo trimestre dell'anno sono stati tutt'altro che promettenti. Solo a fine anno ne sapremo di più, con la pubblicazione dei dati Istat e Bankitalia.

L'agriturismo

Poche e generiche le previsioni sull'andamento dell'agriturismo, dato da più fonti in sostanziale tenuta per effetto dei prezzi generalmente contenuti in presenza di una eccellente qualità e varietà dell'offerta. L'impressione è che la riduzione degli ospiti italiani continui a penalizzare diffusamente anche la ristorazione «in fattoria»; e che siano in difficoltà le aziende agrituristiche non adeguatamente organizzate per la promozione e la commercializzazione verso l'estero tramite internet, e quelle distanti dalle mete turistiche più conosciute dagli stranieri (città d'arte, siti archeologici, balneari, naturalistici).

La diminuzione dei turisti italiani non compensata dalla crescita dei turisti stranieri, l'abbreviazione dei periodi di vacanza e la riduzione della spesa hanno avuto effetti negativi anche sulla domanda di prodotti agroalimentari, soprattutto di qualità, visto che circa un terzo della spesa dei vacanzieri (dati Ont 2013) è destinato alla ristorazione (19%) e all'acquisto di specialità locali (14%).

Nell'estate 2013, questa quota di spesa valeva un fatturato di circa 9 miliardi di euro, con benefici significativi per le aziende agricole che vendono direttamente i propri prodotti (soprattutto vino, olio, legumi, cereali, conserve salate e dolci) a visitatori, ristoranti, negozi di specialità agroalimentari. I risultati di questa estate dovrebbero attestarsi su un -3,5%. - Fonte: L'Informatore Agrario (di Giorgio Lo Surdo)