Con la crisi gli italiani tagliano i viaggi
Dal 2009 sono stati persi quasi 60 milioni di viaggi, pari a 290 milioni di notti. Il crollo ha colpito in modo particolare i viaggi d'affari: basti pensare che gli spostamenti per riunioni d'affari sono calati del -43,1%, per congressi o convegni del -36,9%, ma soprattutto quelli per le attività di controllo e ispezione del -78,6%, per la partecipazione a fiere, mostre o esposizioni del -62% e per corsi di lingua o aggiornamento del -52,8%. La flessione interessa tutte le aree del Paese, ma è più evidente tra i residenti nel Nord, dove la quota dei viaggiatori scende dal 28,3% del 2012 al 23,8% del 2013, pari al -15,6%. La maggior parte dei viaggi, come di consueto, viene effettuata in estate, ma l'estate scorsa si è mosso solo il 38,7% delle persone, meno di 4 su 10, il -6,6% rispetto allo stesso periodo del 2012. A diminuire sono principalmente i viaggi brevi. I viaggi con mete italiane, pari al 79,8% del totale, mostrano un calo del 19,4% e il numero di viaggi verso l'estero si riduce del 21,1%.
Le mete preferite per le vacanze sono state la Puglia in Italia, Francia e Spagna all' estero. Diminuiscono, poi, le vacanze di piacere, svago o relax: rispetto al 2012, si ha, infatti, una diminuzione delle vacanze di riposo o svago di quasi il 36% nel caso delle vacanze brevi e del 13% circa per le lunghe. Particolarmente diffuse le visite a parenti e amici (31,3%), soprattutto per brevi soggiorni (41,3%). Residuale, invece, la quota dei viaggi per motivi religiosi (2,2%) e per trattamenti di salute o cure termali (0,8%). Aumenta la quota di viaggi senza prenotazione, il 40,6% del totale. Sono sempre meno i viaggi che prevedono pernottamenti in albergo (-23,9%) e in alloggi privati (-18,5%), soprattutto se in affitto (-29,2%). L'auto si conferma il mezzo di trasporto più utilizzato per viaggiare (61,4% dei viaggi), nonostante il calo del 18,5%; diminuiscono anche i viaggi in aereo (-27,4%), mentre rimangono stabili quelli in treno.
Per Federconsumatori, «il forte calo dei viaggi è segno, infatti, della situazione di forte crisi in cui si trovano le famiglie, costrette a fare i conti con un'inarrestabile contrazione del proprio potere di acquisto». «Ci auguriamo che l'immobilismo dell'attuale Governo giunga finalmente a termine, che il turismo sia messo in cima all'agenda della politica economica italiana e che sia riportato presso una sede istituzionale più vicina alle esigenze ed alle aspettative delle imprese», ha tuonato il presidente di Assoturismo Confesercenti, Claudio Albonetti. Mentre il presidente di Federturismo Confindustria, Renzo Iorio, ha osservato come «la responsabilità dell'immobilismo non sia dovuta al Dipartimento del Turismo ma alle Regioni». - Fonte: Corriere Adriatico