Competitività frenata da fisco e divari territoriali
Intanto è in dirittura d'arrivo un appuntamento globale come l'Expo a Milano nel 2015 che dovrebbe attirare nella Penisola almeno oltre 20 milioni di visitatori, in aggiunta ai circa 45 che normalmente arrivano. E il viaggio che Il Sole 24 Ore si appresta a compiere tra le principali destinazioni turistiche del nostro Paese costituirà un momento puntuale di verifica sul territorio dello stato di salute dell'industria delle vacanze, in un momento chiave per il settore come l'estate.
Le aspettative per la stagione 2014 non sono particolarmente positive, a causa anche del maltempo che ha investito sia il Nord che il Sud. Una buona mano arriva, comunque, dagli stranieri, mentre resta il nodo pesante della domanda interna in stagnazione da tempo.
I problemi da risolvere restano la capacità di attrarre nuovi turisti e le strategie di rilancio della domanda nazionale. Il sistema turistico italiano - come ricordano le analisi del World economic forum che ci collocano al 18° posto in Europa e al 26° nel mondo - detiene la maglia nera della competitività in rapporto alle potenzialità. Nel mirino degli imprenditori c'è il fisco, locale e nazionale, che crea pressioni sui prezzi.
«Da tempo chiediamo che la tassa di soggiorno sia trasformata in city tax - dice Renzo Iorio, presidente di Federturismo-Confindustria - e che venga applicata a tutte le imprese turistiche prevedendo di destinare almeno il 50% del gettito a investimenti per la salvaguardia, fruibilità e attrattività dei territori. Se questi soldi servono realmente - prosegue Iorio -, bisogna avere il coraggio di dire che l'imposta deve essere pagata da tutte le imprese del turismo e che deve servire per la promozione del paese e non per coprire i buchi di bilancio degli enti locali».
L'Italia soffre particolarmente la sfida di Francia e Spagna. E il Parlamento transalpino ha recentemente bocciato l'aumento della tassa di soggiorno lanciando un chiaro segnale d'intesa con il Governo. «La scelta francese - ha affermato il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca - è un esempio per l'Italia».
Invece no. Il Comune di Roma, ad esempio, ha deciso di portare la tassa fino a sette euro pro-capite a notte negli hotel di lusso da settembre; a Venezia gli aumenti della tassa partono da ottobre. Le associazioni degli imprenditori turistici invece da anni si battono per una perequazione fiscale in Italia - comprendendo anche lo spinoso tema dell'Iva - ai livelli di Francia e Spagna. L'ennesima beffa - dicono da Federalberghi -: la conferma nel decreto competitività del tetto all'utilizzo del contante a mille euro.
Resta il fattore offerta. L'Italia si ritrova una capacità ricettiva da leader nel mondo: circa 34mila alberghi con oltre 2 milioni e 250mila letti, ma - come si rileva dai dati Federalberghi - la fascia medio-alta del mercato conta 393 "cinque stelle" e 5.354 "quattro stelle". La quota delle grandi catene internazionali resta bassa e il tasso di occupazione delle camere resta contenuto: in pratica tre camere su dieci restano vuote.
«Il credito d'imposta e i provvedimenti per la riqualificazione delle imprese ricettive sono giusti, ma tardivi e insufficienti - dice Claudio Albonetti, presidente di Assoturismo-Confesercenti -. Attendiamo provvedimenti idonei alla destagionalizzazione, a partire dalla riforma del calendario scolastico e il ripristino dei buoni vacanza. Sempre che i nostri concessionari di spiaggia non siano costretti ad abbandonare le concessioni demaniali e ai nostri esercenti della somministrazione non sia proibito svolgere le loro attività all'aperto. Facciamo fatica ad essere ottimisti o addirittura soddisfatti».
La struttura delle imprese turistiche è in espansione: 432mila realtà con un incremento del 2,1% negli ultimi due anni. La spesa degli stranieri vale 33 miliardi e nel 2014 cresce di oltre il 5%, ma il 60% è concentrato tra Lazio, Lombardia, Veneto e Toscana; il Sud vale meno del 20%. Gli italiani spendono per i viaggi all'estero 20 miliardi l'anno su un totale di 63 miliardi in totale. Un milione gli occupati (-2%). - Fonte: Il Sole 24 Ore (di Vincenzo Chierchia)