Come sopravvivere all'overtourism - La risposta del Wttc
Esiste una risposta concreta su come gestire l’overtourism? È il tema dell’anno, quello del sovraffollamento delle mete turistiche e anche il World Tourism and Travel Council prova ad analizzare il fenomeno e a tracciare una mappa che torni utile agli addetti ai lavori.
Analizzando 68 destinazioni turistiche nel mondo, il Wttc individua quelle che potrebbero potenzialmente soffrire un domani non troppo lontano di overtourism, oltre a quelle che in qualche misura già devono farvi i conti.
Tra queste, il caso di Barcellona è solo uno dei più eclatanti, così come quello di Roma, di Venezia o di Santorini che nel quadro tracciato dal Wttc rientrano tra le mete potenzialmente più a rischio.
Le soluzioni sul tavolo
Tra le soluzioni che propone l’ente, sono cinque i punti da tenere a mente per chi con il turismo ci deve lavorare, nel valutare il rischio overtourism. Perché il fenomeno, se ben analizzato, potrebbe anche rappresentare un’opportunità per i territori e per effettuare nuovi investimenti.
La destagionalizzazione è una delle soluzioni più immediate, applicando diverse strategie: il fissare un tetto ai flussi di visitatori, utilizzare piattaforme che regolamentino gli afflussi di turisti nelle attrazioni principali.
Il secondo dei punti messi in luce dal Wttc, il redistribuire i turisti tra i vari poli, non concentrandone gli accessi; terzo punto, l’aggiustamento del pricing attraverso anche l’implementazione di tasse e fee specifiche; quarto, la regolamentazione delle strutture ricettive, aprendo anche alle formule di home sharing; quinto, porre delle limitazioni alle attività turistiche che possano danneggiare l’ambiente o il ptarimonio storico-culturale. – Fonte: TTGItalia.com
La destagionalizzazione è una delle soluzioni più immediate, applicando diverse strategie: il fissare un tetto ai flussi di visitatori, utilizzare piattaforme che regolamentino gli afflussi di turisti nelle attrazioni principali.
Il secondo dei punti messi in luce dal Wttc, il redistribuire i turisti tra i vari poli, non concentrandone gli accessi; terzo punto, l’aggiustamento del pricing attraverso anche l’implementazione di tasse e fee specifiche; quarto, la regolamentazione delle strutture ricettive, aprendo anche alle formule di home sharing; quinto, porre delle limitazioni alle attività turistiche che possano danneggiare l’ambiente o il ptarimonio storico-culturale. – Fonte: TTGItalia.com