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Ciset e Banca d'Italia, il turismo internazionale tiene

Ciset e Banca d'Italia, il turismo internazionale tiene

29 Aprile 2016

35.556 milioni di Euro spesi dai turisti internazionali in Italia tra gennaio e dicembre 2015, a fronte di 34.240 milioni nel 2014. In aumento anche i consumi dei turisti italiani all’estero: 22.012 milioni di Euro nel 2014, contro 21.713 milioni nell’anno precedente.

Nel 2015, il saldo netto della bilancia dei pagamenti turistica in Italia rimane perciò positivo e pari a 13.544 milioni di Euro, in aumento rispetto a quello registrato nel 2014 (12.527 mln, +8,1%). La crescita è generata da un aumento delle entrate internazionali per turismo (+3,8%) superiore a quello delle uscite internazionali (+1,4%).

Questo è il quadro che è emerso dalla XVI Conferenza L’Italia e il turismo internazionale. Risultati e tendenze per incoming e outgoing nel 2015, organizzata da CISET, Università Ca' Foscari di Venezia in collaborazione con la Banca d’Italia e svoltasi a Venezia il 22 aprile scorso. 

Dopo un quadro generale sulla Bilancia turistica nel 2015, gli interventi della prima sessione hanno discusso l’impatto economico del turismo a livello regionale e l’importanza di analizzare le spese dei turisti. L’evoluzione del turismo degli Italiani all’estero e in Italia, alla luce dei recenti eventi geo-politici ed economici, è stato invece il focus della seconda parte. 

Nella sua relazione introduttiva, Simonetta Zappa di Banca d’Italia ha illustrato le tendenze generali per il 2015 delle spese da turismo internazionale. L’anno si è chiuso con un aumento (+3,8%) delle spese dei viaggiatori stranieri in Italia, per un importo complessivo pari a 35.556 milioni di euro, confermando l’andamento positivo evidenziatosi nel 2014 (in cui la crescita era stata del 3,6%)

Tale andamento ha interessato tutte le principali macro-aree italiane di destinazione. Tra le province, quella con il maggior afflusso di entrate valutarie turistiche dall’estero si conferma Roma (6.191 mln), per cui prosegue, sebbene a ritmi più contenuti (+3,6%), l’espansione degli ultimi anni. Ma quasi tutte le altre principali province fanno registrare variazioni positive: Napoli (spesa complessiva: 1.376 mln, +17,9%), Venezia (3.105 mln, +14,9%), Milano (3.427 mln, +9,9%) e Firenze (2.460 mln, +5,2%), mentre la spesa in provincia di Verona è rimasta pressoché stabile (1.211 mln, +0,2%).

Guardando ai paesi di origine, aumentano gli introiti sia dai paesi della UE (+5,2%) sia dai paesi extra-UE (+2,0%). La Germania si conferma la nazione che alimenta le maggiori entrate per turismo in Italia (15% del totale), con un aumento del +6,6% rispetto al 2014. In aumento anche gli introiti da Regno Unito (+13,3%) e Francia (+10,3%), mentre tra i paesi extraeuropei in crescita le spesa dai tradizionali bacini di provenienza, come Stati Uniti (+6,1%) e Svizzera (+3,2%).

Esaminando la dinamica dei flussi outgoing, le spese degli italiani per viaggi all'estero (in totale 22.012 milioni di euro) hanno continuato la tendenza positiva iniziata nel 2014, con un aumento dell’1,4% rispetto all’anno precedente. La spesa turistica in uscita, in termini reali, resta comunque inferiore ai valori pre-crisi. Si evidenziano variazioni positive per tutte le principali destinazioni dei viaggiatori italiani, in particolare per  Regno Unito (+11,2%), Stati Uniti (+7,4%), Francia (+6,7%), Spagna (+6,6%) e Slovenia (+6,1%); sono risultate invece in calo le spese degli italiani in Germania (-3,8%), Cina (-3,1%) e Svizzera (-2,5%). 

Con riferimento all’economia turistica, i dati presentati da Mara Manente del CISET mostrano una significativa tenuta del turismo internazionale, che si è tradotta in 37,6 miliardi di valore aggiunto (sia effetti indiretti che indotti). L’incremento di ricchezza prodotta è pari a circa il +2,4% reale, contro un aumento del PIL italiano di +0,6%. Le entrate per turismo internazionale trainano il settore e l’intera economia nazionale, con una dinamica (+3,8%) in linea con quella dell’export complessivo, sostenuto dalle ottime performance del comparto agricolo (+11%) e alimentare (+6,5%).

Focalizzando l’attenzione sull’economia turistica regionale, la ricchezza generata dal turismo rimane polarizzata nelle prime 5 regioni turistiche (Lazio, Lombardia, Veneto, Toscana ed Emilia Romagna), che concentrano il 67,5% della spesa dei turisti internazionali ed il 63% del valore aggiunto turistico. Si rafforzano le quote di spesa e di ricchezza prodotta dal turismo nelle regioni del Sud, rispettivamente il 14,4% e il 18,4%.

A questi risultati corrispondono performance territoriali differenziate, ma con alcuni tratti comuni: il trend positivo del fatturato generato dal turismo balneare (+7%, pari a 4,4 mld di euro); il successo della vacanza verde e attiva (+13%, con una spesa che supera 1,6 mld di euro) e la solidità del turismo culturale tradizionale (+2,6% sia per la spesa che per le notti, con un fatturato pari a 12,9 mld di euro). Performance positive anche per la vacanza al lago (+2,4% del fatturato), mentre meno dinamico il turismo montano (spesa internazionale a -1,3%).

Riguardo ai principali bacini di origine, buone le performance dei tradizionali clienti europei: Germania (+4,8% della spesa effettuata), Francia (+18,6%) e Regno Unito (+12,7%). Per il mercato tedesco, il 2015 è stato l'anno del ritorno nelle località balneari italiane (+20% della spesa), ma soprattutto della vacanza verde e attiva che genera un fatturato di circa 225 mln di euro (contro 170 mln nel 2014), pari al 5,6% di tutta la spesa per vacanza dei tedeschi nel nostro paese.

Grazie al deprezzamento dell’euro rispetto al dollaro, il 2015 ha registrato importanti risultati anche sul mercato USA (+13% di spesa, pari a oltre 3 mld di euro). La spesa media pro capite più elevata resta appannaggio di USA e Giappone (tra i 168 e i 190euro giornalieri, rispettivamente), cui si aggiunge il Regno Unito, con una spesa media pro capite di 123euro. In calo, invece, la spesa turistica dei dai paesi BRIC ( -27%), imputabile in buona parte alla contrazione sul mercato russo, cui si affianca quella del mercato cinese (da 220 a 178 milioni di euro in un anno).
 
Emanuele Breda della Banca d’Italia ha, invece, focalizzato l’attenzione sull’evoluzione delle entrate per turismo nelle macro-aree italiane e in Veneto. Nel 2015 gli introiti turistici dall’estero a prezzi correnti sono cresciuti rispetto al 2014 in tutte le macro regioni italiane: nel Sud e nelle Isole dell’8,1%, nel Nord Est del 4,6%, nel Nord Ovest del 4,5% e nel Centro del 2,7%.

La crescita nel Nord Est è stata determinata dall’andamento molto favorevole delle spese effettuate dagli stranieri in Veneto e in Friuli-Venezia Giulia, che hanno più che compensato le riduzioni in Emilia-Romagna e in Trentino-Alto Adige. Come nel 2014, alla robusta crescita nel Meridione hanno contribuito soprattutto la Campania e la Sicilia, le prime due regioni per introiti dall’estero in quell’area.

In Veneto la spesa dei viaggiatori stranieri è cresciuta dell’8,2%, in forte accelerazione rispetto all’anno precedente (+1,3%). L’aumento è stato pressoché interamente determinato dalla spesa dei vacanzieri (+10,6%) e in particolari di quelli diretti nelle città d’arte; stagnanti, invece, gli introiti da viaggi di lavoro. Al contrario che nel 2014, la crescita degli introiti in regione è stata trainata soprattutto dai pernottanti nelle strutture alberghiere; anche la spesa dei viaggiatori che hanno alloggiato in strutture extralberghiere è aumentata, ma in misura decisamente più contenuta.

Tra le principali provenienze, hanno contribuito alla crescita degli introiti i viaggiatori statunitensi e britannici, grazie anche al deprezzamento dell’euro rispetto alle rispettive valute, e i tedeschi; sono invece fortemente calate le spese dei cittadini russi, per effetto del deprezzamento del rublo e della crisi economica nel loro paese.

Andrea Alivernini della Banca d’Italia ha presentato un’analisi, fatta a partire dai dati dell’indagine campionaria sul turismo internazionale dell’Italia condotta dalla Banca stessa. Lo studio ha stimato i valori della spesa turistica domestica (in entrata e in uscita) dal 2000 al 2014 per le regioni italiane.

L’ipotesi iniziale è che, a parità di regione di destinazione, tipo di alloggio e condizioni economiche, i turisti inbound spendano per un viaggio come i turisti domestici: dato questo, è stata stimata la spesa media per viaggio dei turisti domestici per regione e tipo di alloggio utilizzato, e questa spesa è stata poi moltiplicata per il numero di viaggiatori domestici (ottenuti dalle indagini Istat sul Movimento dei clienti nelle strutture ricettive e sui Viaggi e vacanze degli italiani), al fine di ottenere la spesa domestica totale.

I risultati indicano in 45,5 mld euro la spesa domestica totale nel 2014, in forte calo rispetto al  2008, in cui fu registrato il valore massimo (66,7 miliardi). La flessione è imputabile al dimezzamento dei viaggiatori domestici negli alloggi privati, mentre il loro numero negli hotel e negli altri alloggi collettivi è leggermente aumentato.

La regione con gli introiti domestici più alti nel 2014 è stata l’Emilia Romagna (5,3 mld di euro), seguita da Lombardia (4,6 mld), Toscana (3,8 mld) e Veneto (3,7 mld). Considerando la spesa totale in Italia, sia domestica che incoming, questa è stata nel 2014 di 78,8 miliardi, anche qui in forte calo rispetto al massimo raggiunto nel 2008 (97,1 mld). Lombardia è la regione con gli introiti maggiori nel 2014 (10,4 mld euro), seguita da Lazio (9,4 mld) e Veneto (8,5 mld).

Se invece consideriamo la spesa totale dei residenti, sia in Italia che all’estero, la Lombardia è la regione i cui abitanti spendono di più nel nostro Paese e nel complesso Italia+estero (rispettivamente 8,5 mld e 14,7 mld nel 2014), seguita da Lazio (7,5 mld e 10,2 mld) ed Emilia-Romagna (4,6 mld e 6,6 mld). Considerando la bilancia turistica regionale (spese da e verso la regione), nel 2014 Veneto, Toscana e Umbria hanno presentato i surplus più elevati, mentre Lombardia, Piemonte e Friuli-Venezia Giulia hanno registrato dei deficit.

Se si rapportano, invece, gli introiti turistici regionali al PIL regionale, l’impatto del turismo sull’economia locale è stato pari al 17% in Valle d’Aosta, al 10,3% in Sicilia e al 10,0% in provincia di Trento, mentre in Piemonte e Lombardia, regioni a più consolidata tradizione industriale, l’impatto nel 2014 è risultato inferiore (3%). - Fonte: Turismo&Attualità.it