Astoi Confindustria viaggi
La qualità alla guida del turismo
News Turismo
Ci vuole un nuovo ministero

Ci vuole un nuovo ministero

Direttore Generale

Signor Ministro, dopo aver fatto un lungo itinerario attraverso le politiche di governo della cultura siamo al momento delle proposte e dei punti programmatici per ridare slancio al mondo dell'arte e della cultura. Forse sarò ripetitivo, ma è da tempo che poniamo le stesse domande a Ministri che cambiano e non rispondono. Cominciamo a domandarci che cosa ci sia mai di trascendentale nelle domande e proposte avanzate. Il loro spirito non è la polemica, ma innanzitutto la ragionevolezza. Sono domande che non riguardano solo l'esistente, ma anche e soprattutto le prospettive future della cultura in Italia, compreso il desiderio di andare al di là dei confini attuali del Ministero. Sono un invito a pensare in grande, come grande è la nostra cultura.

La maggior parte delle proposte in circolazione contiene però un presupposto difficilmente accettabile nel contesto attuale: un aumento di spesa pubblica o una riduzione di entrate. Per carità obiettivi sacrosanti, ma vorremmo essere invece più realisti. Nella situazione di crisi attuale, infatti, riteniamo che debbano essere considerate essenziali alcune proposte di tipo regolativo, che non comportino un onere per il bilancio pubblico. È su queste riforme a costo zero che vi invitiamo a una riflessione prioritaria.

L'obiettivo della produzione di nuova cultura, e quindi della inevitabile importanza delle industrie creative, è caratterizzante di una visione matura del rapporto tra cultura e sviluppo economico sostenibile. È però anche il riconoscimento di un doppio valore della cultura: come motore della crescita economica, dei redditi e dell'occupazione e come fattore di miglioramento della qualità sociale.

Vogliamo in particolare che la nuova cultura favorisca l'inclusione sociale, consenta ai cittadini di realizzare i loro piani di vita, promuova il dialogo, la fiducia e la cooperazione. In una parola vogliamo che i nostri musei e teatri si trasformino in centri culturali dialoganti. Vogliamo che le nostre città diventino, come molte lo furono, città creative dove la qualità della vita è alta e nobile.

Il Direttore Generale presenta al Signor Ministro i Direttori del Ministero. Ciascuno di essi è latore di una proposta di riforma. Sono disposti intorno a un grande tavolo e si alzano a turno. (...)

Direttore n. 14 (legge il suo documento)

Sua Eccellenza, Signor Ministro.

L'Italia è uno dei paesi più desiderati al mondo come destinazione turistica culturale. Tuttavia la sua attrattività e competitività sul mercato turistico internazionale sta attraversando una fase di calo. Ciò anche a causa della complessità e frammentazione normativa e gestionale che caratterizza turismo e cultura, e della mancanza di punti di incontro tra le strategie di questi due settori. Riteniamo sia assolutamente necessario che turismo e cultura trovino un luogo di ricongiungimento istituzionale e per questo proponiamo la creazione di un tavolo di lavoro comune tra il MiBAC e le rappresentanze istituzionali del turismo finalizzato a individuare e promuovere sinergie tra i due ambiti in termini di: visibilità a livello nazionale e internazionale del patrimonio culturale anche minore; sostegno alla riqualificazione e all'innovazione dell'offerta turistico culturale italiana in sinergia con le industrie creative; apertura di nuovi sbocchi sui mercati internazionali per la cultura materiale e il Made in Italy.

Direttore Generale

Grazie a tutti per le osservazioni e le proposte. I temi sollevati meritano ben altri approfondimenti, ad esempio, l'urgenza di istituire una commissione ministeriale che studi le linee di medio periodo per un programma culturale nazionale.

La Commissione dovrebbe affrontare due obiettivi: la riforma del Ministero e il disegno di un programma di sviluppo per le politiche culturali in Italia.

Dovrebbe lavorare in modo interattivo coinvolgendo i dirigenti del Ministero e i migliori spiriti della cultura italiana contemporanea.

Le sue conclusioni, infine dovrebbero articolarsi in un programma di rinnovamento fattibile, con obiettivi raggiungibili e credibili.

Una Commissione che prepari una Conferenza nazionale sulla Cultura, che segni una svolta nella gestione e valorizzazione di uno dei patrimoni culturali più amato e studiato del mondo.

Credo al proposito che gli assi portanti di quanto un Ministero per la Cultura dovrebbe fare nell'immediato rispetto alla crescita economica delle industrie creative potrebbero essere così sommariamente riassunti:

1. Creare un legame forte tra cultura e industrie creative. Fare delle nostre industrie e della nostra creatività gli ambasciatori della capacità innovativa dell'Italia sui mercati internazionali. Guidare un processo di crescita della qualità della nostra cultura.

2. Varare programmi locali di creazione e sviluppo di «atmosfere creative», nuvole territoriali dense di produzione intellettuale, di creatività, di design e di spettacolo di qualità. In esse le idee circolano liberamente, le informazioni sono a libero accesso, i segreti dei mercati diventano conoscenza comune, la creatività posiziona la nostra cultura ai livelli alti dei mercati mondiali.

3. Creare strutture intermedie tra i consumatori/utenti e le responsabilità politiche e amministrative delle autorità di governo della cultura, siano esse commissioni indipendenti (come nel cinema) o organizzazioni di formazione e di lancio di giovani talenti.

4. Snellire la struttura produttiva del patrimonio culturale (oltre 4.000 musei sono troppi ed esprimono troppe duplicazioni senza attirare progetti culturali e pubblico).

5. Riqualificare festival ed espressioni d'arte per attivare turisti culturali.

Mi fermo qui, ma sono convinto che un nuovo Ministero per la Cultura sarebbe uno dei pochi che potrebbe avvalersi d'interventi diretti sulle industrie creative e la loro valorizzazione.

Signor Ministro

Grazie per le Vostre parole. Saranno sicuramente oggetto della più attenta riflessione e costituiranno l'avvio di una nuova stagione di riforme per il Ministero.

Su un tema in particolare concordo. Sul fatto che dopo anni di tentativi, solo in parte riusciti, di usare la cultura come motore di sviluppo economico, oggi si senta acuta l'esigenza di fare della cultura un grande elemento di stimolo per il miglioramento della qualità della vita. I due obiettivi sono complementari e si rafforzano reciprocamente offrendoci uno scenario e una guida per un grande futuro del nostro paese. - Fonte: Il Sole 24 Ore (di Walter Santagata)