"Che cosa fare" conta più di "dove andare"
I viaggi sono cambiati. Anche l'Album Viaggi cambia. Per raccontarli meglio, e per anticipare come continueranno a rinnovarsi. Ho detto che i viaggi cambiano, ma ovviamente avrei dovuto dire i viaggiatori. Perché anche se magari i luoghi dove si va sono le stessi, o cambiano periodicamente secondo i cicli di mode, mutamenti stagionali o epocali, è il modo di viaggiare, la richiesta di chi viaggia, la vera novità. Un tempo si andava a Londra, a Merano, a Otranto o a Santo Domingo. Si sceglievano destinazioni. Poi si programmava meglio che cosa fare quando si sarebbe stati là. Certo, in un'occasione sarebbe stata una mostra, in un'altra lo shopping natalizio, un'altra ancora le spiagge e il mare. Ma la scelta restava essenzialmente geografica: dove andrò? Oggi quello che era il corollario del viaggio è diventato il fattore decisivo. Il broker di New York viene a Modena a imparare a tirare la sfoglia, un gruppo di giovani gira il mondo per soggiornare nelle più singolari case costruite sugli alberi, una coppia di professionisti - lui costruttore lei avvocato - sta provando tutti i ristoranti a cinque stelle nel mondo, tre single di ritorno, ormai in pensione, affrontano i più impervi percorsi di trekking asiatici. Sono solo alcuni esempi delle nuove avventure alla ricerca di specifiche esperienze. Possiamo dire che nel progetto del viaggio la destinazione ha ceduto il primato all'esperienza. Cambiate le domande, le offerte si sono adeguate: sempre più articolate, personalizzate, compongono un panorama in continuo divenire. Di conseguenza, come cambia l'Album Viaggi? Senza rivoluzioni, si riorganizza in sezioni dedicate proprio a questi nuovi modi/modelli. Dai foodies ai culturali, fino a quelli del benessere o dell'arte e della cultura, l'Album racconterà i viaggi, senza dimenticare comunque il Dove, ma cercando di rispondere prima di tutto ai nuovi moventi: parto, ma "Cosa vado a fare?".
Fonte = LA REPUBBLICA VIAGGI 06/11/2019