Censis, turismo fa crescere occupati
Cibo e turismo, un binomio vincente. In Italia, nel primo semestre di quest’anno, si registra un piccolo boom di nuovi occupati nel campo dei servizi di alloggio e ristorazione con un +5,4%. Il picco al Sud (+7,4%).
Lo rivela la ricerca ‘Il futuro dei territori. Idee per un nuovo manifesto per lo sviluppo locale’ realizzata dal Censis per il Padiglione Italia di Expo 2015. In Italia i territori con i tassi di occupazione più alti sono quelli che hanno puntato sull’offerta turistica o sull’agroalimentare, con oltre 2 milioni di visitatori in più nei primi cinque mesi dell’anno rispetto al 2013. “Solo così – sostiene il Censis – si può contrastare il rischio di una secessione di fatto del Mezzogiorno”. Creare occupazione e puntare sullo sviluppo dei territori la ricetta per battere la crisi.
Le quattro regioni meridionali di Sicilia, Campania, Calabria e Puglia si collocano agli ultimi quattro posti della graduatoria europea per tasso di occupazione della popolazione con età tra i 15 ed i 64 anni. Tra le prime 20 regioni dell’Ue nessun territorio italiano: il primo, la Provincia autonoma di Bolzano, si colloca solo all’86esimo posto, con un tasso di occupazione del 70,8%. Bisogna scendere fino al 130esimo per trovare la seconda regione italiana nella graduatoria: l’Emilia Romagna (66,3%). Da dove ripartire allora? Dai punti di eccellenza del Belpaese, osserva il Censis. Nella classifica dei primi 30 sistemi locali per tasso di occupazione, quasi la metà hanno una specializzazione produttiva legata al turismo: da Bressanone a Vipiteno ed Ortisei, in provincia di Bolzano, a Bormio, in provincia di Sondrio. E cinque sono a vocazione agroalimentare: da Brunico ed Egna, a Bolzano, a Borgo San Lorenzo (Firenze) ed Alba (Cuneo).
“Sono esperienze da cui si può e si deve ripartire per rifare sviluppo. Indicano che la filiera del cibo, dalla produzione alla distribuzione, al consumo, è un formidabile moltiplicatore di opportunità per i territori”. Negli ultimi tre anni a trainare il settore sono state le aziende agricole (+48,5%), soprattutto quelle che affiancano alla tradizionale attività della terra altre come la produzione di energia rinnovabile (+602%), la lavorazione dei prodotti (+98%) o l’agriturismo (+16%). Nel complesso vincono, sul piano economico, i territori che si rendono riconoscibili e incarnano la ‘good reputation’ del made in Italy, intercettando la domanda globale di tracciabilità ed autenticità. Decolla anche il settore turistico.
Da quanto emerge dalla ricerca del Censis, l’Italia ha registrato quasi 900.000 visitatori in più nei primi cinque mesi del 2015 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente ed oltre 2 milioni in più rispetto ai primi cinque mesi del 2013. - Fonte: Il Giornale del Turismo.com