Burocrazia in agenzia: costa il 2% del fatturato
“Un punto vendita con 700mila euro di fatturato spende non meno di 12-13mila euro, dipende dall'area geografica", osserva Claudio Busca
Il 2018, si sa, è stato l'anno della normativa turistica. "Il mondo intorno a noi cambia, tra direttiva europea dei pacchetti turistici, Gdpr, Pci-Dss, direttiva europea sulle assicurazioni e, nel 2019, la fatturazione elettronica che semplificherà il nostro futuro, ma per il momento risulta un problema grande per il settore, oppure è la nostra difficoltà ad affrontare il cambiamento che ce lo fa vedere tale?". Claudio Busca, managing director leisure del Gruppo Bluvacanze, parte da qui per scuotere il settore, cercando indurre le adv a fare qualche ragionamento e a cambiare marcia. Non si parla di vendite, non si parla di numeri, si parla di incombenze e normative. Di tutto un mondo imprescindibile perchè l'adv possa portare avanti la propria operatività, ma che non ha a che fare con la vendita in quanto tale.
Un dato di fatto è che "la burocrazia costa - afferma Busca -, quanto costa ad una adv?", si domanda il manager, che enuncia tutte le voci che rappresentano una spesa per il punto vendita e l'elenco è decisamente lungo.
Si parte dal costo "del direttore tecnico, cui si aggiunge quello del commercialista, dell'amministrazione, c'è poi il costo del gestionale, ci sono i costi finanziari, il Pci-Dss, i mancati introiti dalle assicurazioni al di sopra dei 200 euro, il costo della Rc, del fondo di garanzia, del sito internet da gestire, delle caselle di mail da pagare, il Gdpr da rispettare, i consulenti fiscali, il grafico pubblicitario, il Gds e i sistemi semplificati, il costo del network, la tassa regionale". Mettendo assieme tutto ciò si intuisce che "la burocrazia costa tanti soldi. Però ci si lamenta dell'abusivismo, che la direttiva ha cercato di normare, ma siamo sicuri che il vero nemico sia l'abusivismo? Una adv che non ha la Rc o il fondo di garanzia non è abusiva?", domanda il manager in modo provocatorio, ma costruttivo. "Prima di guardare fuori guardiamo all'interno del nostro settore - ammonisce -, chi si arroga il diritto di essere considerata adv solo perchè ha messo una insegna su un negozio, ma poi quando arriva il cliente finale che consigli vengono dati? Nemmeno il 10% delle adv ha letto la direttiva europea, prova ne sono le domande che vengono poste che non sono da adv".
A detta del manager si deve "valutare la curva del valore ed eliminare tutto ciò che è inutile, si deve fare economia di scala, creare nuove opportunità, nuovi spazi temporali per formarsi, dando il giusto valore alla vendita". Bisogna domandarsi se le nostre scelte vadano nella giusta direzione, visto che "c'è ancora la mentalità vecchia del magazzinoe le adv vogliono vendere a tutti, invece, si deve scegliere il target e se temiamo che il cliente esca dal punto vendita è perché non siamo sicuri di ciò che abbiamo proposto".
La mossa da fare? E' un cambio dell'esperienza di acquisto, "esistono ancora le offerte vecchie in vetrina, mentre ci sono fenomeni in atto che prevedono il restyling dei punti vendita, Bluvacanze lo ha messo in atto, ma deve essere una lotta di sistema". E questo perchè l'adv "non è un distributore di prezzo, ma di consulenza un po' concierge". Lo spunto di riflessione lanciato dal manager è chiaro: "Bisogna scegliere se essere una adv e basta o diventare un imprenditore".
Numeri alla mano quanto costa la burocrazia enunciata prima? "Una adv con 700mila euro di fatturato spende non meno di 12-13mila euro, dipende dall'area geografica. Come media nazionale vale il 2% del fatturato". Vanno poi aggiunti il costo del personale e i costi industriali. Tutto ciò secondo Busca deve indurre a fare una riflessione, il punto vendita "deve sempre più pensare a come fare bene il proprio lavoro di adv e far fare bene ad altri". Cosa vuol dire? Che i network devono formare le affiliate per esempio sulla fatturazione elettronica, possono agevolarle grazie alla stipula di convenzioni, ma poi tutto è demandato al punto vendita. La soluzione secondo Busca sta nella scelta di "centralizzare tutto", a suo dire il "modo più redditizio, produttivo per fare il proprio lavoro è l'Aip in quanto si hanno costi più bassi di gestione e ricavi più alti", asserisce Busca. s.v.
Fonte = GUIDA VIAGGI 02/04/19