Brexit e voli, l'Ue concede sei mesi in caso di no deal
La commissione europea ha pubblicato ieri le misure di emergenza - «contingency measures» - da adottare per il settore del trasporto aereo nel caso non si giunga ad un accordo per l'uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea. La scadenza ultima per evitare il «no deal» è fissata domenica prossima, ma i margini di trattativa sono molto limitati, per non dire nulli. Le misure che sono state adottate dalla Commissione puntano ad evitare che alla mezzanotte del 31 dicembre, ovvero alla scadenza del periodo di transizione, gli aerei siano costretti a rimanere a terra, uno scenario che metterebbe ancora più in difficoltà un settore già duramente colpito dalla pandemia.
Prima della Brexit, le compagnie aeree europee e inglesi potevano volare verso tutte le destinazioni del blocco, ma con la fine del periodo di transizione e senza alcun accordo, questa reciprocità verrà a cadere. La commissione europea, nel pubblicare le misure di emergenza, ha stabilito alcuni principi, primo fra tutti quello di «connettività aerea di base» per garantire la fornitura di «determinati servizi aerei» per un periodo di sei mesi, a condizione che il Regno Unito faccia lo stesso. La conferma da parte britannica è attesa a breve, dal momento che il ministro dei trasporti britannico Grant Shapps ha dichiarato qualche settimana fa che il Regno Unito cercherà di ricambiare qualsiasi misura che riguardi le garanzie di connettività proposte dalla Ue.
Tuttavia, questa misura è destinata a limitare gli accessi alle compagnie aeree europee e britanniche rispetto all'attuale possibilità di muoversi liberamente, in quanto decadono gli accordi di terza e quarta libertà, ovvero la possibilità per un vettore del Regno Unito di volare tra due città europee o un vettore europeo di connettere tra loro due città del Regno Unito. Un capitolo è dedicato alla sicurezza aerea con una proposta di regolamento che garantisce gli stess€i standard europei di certificazione per i prodotti utilizzati negli aeromobili dell'UE, una misura pensata anche per Airbus che in Gran Bretagna produce parti dei suoi aeromobili.
Le misure sono state accolte con favore dalle principali associazione delle compagnie aeree europee, tra cui A4E (Airlines for Europe) che tuttavia mette in guardia dalla mancanza di chiarezza sul General Data Protection Regulation (GDPR), ovvero le informazioni sui passeggeri condivise tra le compagnie aeree, in caso di «no deal». Il rischio per i vettori, si legge in un comunicato, è di andare incontro a pesanti multe fino al 4% del fatturato. Intanto, la Gran Bretagna si è garantita l'accesso ai mercati americani con un accordo diretto con gli Stati Uniti in sostituzione con Eu-US Open Skies Agreement che decadrà alla fine del periodo di transizione.
Fonte = IL SOLE 24 ORE 11/12/20