Brexit, Caraibi con il fiato sospeso
“La situazione è in costante evoluzione e i membri della nostra organizzazione la stanno monitorando giorno per giorno, in particolare quelli che, come Barbados, dipendono così pesantemente dal mercato britannico”. Richard Sealy, presidente della Caribbean Tourism Organization, non nasconde che la Brexit potrebbe avere ripercussioni negative sul flusso di turisti inglesi nelle isole, ma ne vede anche il dato positivo.
Parola d'ordine: diversificare i mercati
“La Cto spinge da tempo per la diversificazione dei mercati di origine, da molto prima di Brexit - sostiene -. Ora, con la svalutazione della sterlina che potrebbe limitare i viaggi dei britannici, è giunto il momento di guardare con maggiore convinzione fuori dal bacino del Regno Unito, proponendoci a livello internazionale con un unico brand per tutti Paesi della regione”.
Brexit o meno, le prospettive per l’inbound nei Caraibi sono molto positive. Cto stima infatti, per il 2016, il raggiungimento dei 30 milioni di visitatori, sull’onda di un inizio d’anno molto favorevole, che nei primi tre mesi ha visto gli arrivi aumentare di 7,3 punti percentuali rispetto al 2015. - di Stefania Galvan - Fonte: TTGitalia.com