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Boom di viaggi in Terrasanta

Boom di viaggi in Terrasanta

16 Luglio 2014

L'Iron Dome, il sistema antimissile che protegge città e infrastrutture, si sta dimostrando efficace anche per i turisti. L'industria dei visitatori rappresenta una fetta importante del Pil d'Israele e Hamas ne è ben consapevole. «Abbiamo deciso di rispondere all'aggressione israeliana e vi diffidiamo dal volare sull'aeroporto di Ben Gurion di Tel Aviv, che sarà uno dei nostri obiettivi visto che ospita anche una base militare», recita uno dei recenti appelli del movimento islamico. Parole, almeno in Italia, rimaste senza effetto.

SOLO TELEFONATE

Da Roma la compagnia di bandiera israeliana El Al rende noto di non aver registrato «eccessive cancellazioni oltre alla media» e assicura che i collegamenti per Tel Aviv «non hanno subito alcuna variazione». Lo conferma anche la Iot, tour operator di Gorizia specializzato in turismo religioso. «Non abbiamo ricevuto cancellazioni legate alla situazione corrente», spiega un portavoce, «solo un aumento delle telefonate. Chi deve partire si informa, ma è anche vero che la Farnesina non ha emesso alcuno "sconsiglio" ai viaggi in Israele. Sulla situazione si fa troppo allarmismo. Quando c'era la guerra in Iugoslavia», azzarda un paragone l'intervistato, «non è che a Gorizia si percepisse granché». Identico tono si registra presso la Brevivet di Brescia, agenzia specializzata in pellegrinaggi. «Se uno dovesse dare retta aimedia non partirebbe più. I nostri voli, in gran parte gruppi di fedeli, sono tutti confermati». In altre parole, chi conosce Israele non si spaventa facilmente.

STANZIALI

Ma c'è già chi si preoccupa. Per esempio Tui, gruppo industriale tedesco fra i primi al mondo nel settore turismo, ha sospeso i viaggi organizzati che includessero un tour dello Stato ebraico. Meglio stare fermi in una località e possibilmente informarsi su qual è il bunker più vicino. Un segnale piccolo ma negativo per Israele. L'industria turistica non è solo importante ma è in pieno boom: l'Istat israeliano ha reso noto che fra gennaio e maggio del 2014 il Paese è stato visitato da un milione e mezzo di turisti, segnando il +13% sul 2013 e il +19% sul 2012. A tirare la volata all'industria del settore, secondo il ministro competente Uzi Landau, sarebbero state tanto la visita di Papa Francesco a fine maggio quanto il gay pride programmato a Tel Aviv a metà giugno.

IL LOW-COST

Più prosaicamente andrebbero anche menzionati i nuovi collegamenti low-cost fra l'Europa e Tel Aviv avviati da poco mesi da operatori come EasyJet, Israir e dalla stessa El Al. Non tutti amano però la vacanza con la corsa al rifugio antimissile e chi oggi decide di restare fino alla fine del soggiorno, domani potrebbe non tornare. Intanto le associazioni che portano migliaia di giovani ebrei da tutto il mondo in visita si affrettano a cambiare i propri itinerari, suggerendo ai partecipanti di chiamare i genitori almeno una volta al giorno. Lo riporta il giornale israeliano Haaretz segnalando che gli alberghi della città meridionale di Ashkelon si stanno svuotando e quelli della catena Isrotel non sono pieni come previsto in questa stagione. Molte le richieste di slittamento della vacanza, nella speranza che la guerra con Hamas possa cessare al più presto dando spazio a una calma di durata. Perché come ricorda Eli Ziv, direttore della Tel Aviv Hotel Association, l'industria del turismo ci mette almeno sei mesi a riprendersi da uno shock.

LA SCHEDA DALL'ITALIA

«Giugno è stato davvero eccezionale», ha dichiarato Tzvi Lotan, direttore dell'Ufficio Nazionale Israeliano del Turismo: 12.041 turisti italiani hanno scelto di recarsi in Israele. Una crescita del 25% rispetto al 2013, mentre a livello mondiale si parla del 23% con ben 287.217 turisti che hanno scelto Israele per una vacanza. Nei primi 6 mesi del 2014 dall'Italia si sono recati in Israele oltre 69.000 turisti con una crescita del 25% e il dato complessivo del turismo verso Israele registra una crescita del 18% con ben 1.700.000 persone arrivate nel Paese nei primi 6 mesi del 2014

«SOTTO CONTROLLO»

«Il turismo qui è regolare», ha dichiarato Tzvi Lotan ai giornalisti che gli chiedevano un commento alla luce dello scontro con Hamas. «In questo momento vi sono in Israele oltre 100.000 turisti. Tutti i siti sono aperti e il Ministero del Turismo perpetra un monitoraggio costante e continuo della situazione in collaborazione con tutte le autorità locali» - Fonte: Libero (di Daniel Mosseri)