Barracciu barricata al Mibac. Avrà il Turismo e (forse) Expo
La sarda di Sorgono (Nuoro), che voleva governare l'isola, s'è rintanata qui: a Roma, fra la chiesa di Sant'Ignazio e via del Corso, al ministero per la Cultura dove il partito l'ha scaraventata per riconoscenza. Perché i sondaggi, per le elezioni regionali e non (ovvio) per una nomina precotta, facevano pesare (e valere) l'avviso di garanzia per peculato, 33.000 euro di rimborsi di troppo per il mandato da consigliere. Ancora prima di ricevere l'immunità dal ministro Maria Elena Boschi, che esclude nuovi commiati dal governo, il sottosegretario Barracciu s'è consultata con i renziani, soprattutto con il mentore Luca Lotti, che ha gestito il trasferimento romano e adesso lo deve tutelare. E allora per tre giorni interi senza proferir verbo, nonostante le richieste di Cinque Stelle e di colleghi (sparsi) democratici, Barracciu è asserragliata al Mibac. Ha strappato con disinvoltura la stanza nel corrodio centrale, formidabile per osservare i passaggi di Dario Franceschini, il ministro romanziere ex plenipotenziario di Enrico Letta - che s'è premurato di far visitare il palazzo al sottosegretario e che, con gentilezza estrema, ha ricevuto più volte per definire le deleghe operative. E così la Barracciu ha imparato che i compiti li distribuisce il ministro e non sono un allegato burocratico.
A PRECISA domanda su Twitter - "si occuperà di Cultura, di Turismo o di entrambi?" - il sottosegretario ha risposto: "Ciao, ieri sono arrivata di corsa e non ho potuto verificare nel dettaglio. Sto andando a verificare, poi ti dico". Il cinguettio l'ha rimosso con l'ingenuità di chi s'illude che la rete sia emendabile. E poi davvero s'è recata al ministero, e non s'è mossa più con l'ordine di un rigoroso silenzio, che palazzo Chigi ha consegnato per evitare che il carattere esuberante creasse pasticci a ripetizione. Franceschini l'ha accolta con generosità franceschiniana: l'hanno mandata lì, non poteva di certo fingere nulla. E ha conservato un paio di deleghe interessanti: Turismo, nessun dubbio e forse Expo 2015. Ilaria Borletti Buitoni, la collega di Scelta Civica confermata, viene descritta un po' indispettita: ci sono termini più appropriati, ma - per il momento - la Borletti assiste. I dirigenti del Mibac non sanno se aprire gli armadi e offrire le carte al sottosegretario Barracciu: la vedono precaria, un po' sospesa seppur protetta da Matteo Renzi. Il sistema interno ancora non ha organizzato una struttura con un capo di segretaria, un portavoce, un paio di assistenti, ma la Barracciu non s'è schiodata da una scrivania sgombra e da un ufficio senza collaboratori. Non lascerà mai. Soltanto Renzi potrebbe ancora cambiare verso. Ma il verso di Renzi è un'uscita d'emergenza come quella che ha tentato di imboccare la Barracciu: per il partito democratico vale il codice etico, che poi l'etica sarà opinabile, vuol dire che si è innocenti fino a sentenza definitiva. E la Barracciu ci crede perché il governo fischietta e la carriera romana ha aiutato il Pd a risolvere un problema in Sardegna. Il governatore Pigliaru non voleva indagati in Giunta, meglio al governo s'è pensato. Quanto sarà efficace l'immunità di Boschi, si vedrà. Pur di non incrociare i giornalisti, la Barracciu ha perlustrato il ministero per scovare un passaggio laterale, un pertugio riservato: niente, e s'è beccata la seconda, la terza e la quarta riunione fra sé e sé. - Fonte: Il Fatto Quotidiano (di Carlo Tecce)