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AVIATION, RITORNO ALLA REDDITIVITÀ. MA È BASSA E NON PER TUTTI

AVIATION, RITORNO ALLA REDDITIVITÀ. MA È BASSA E NON PER TUTTI

Nonostante le preoccupazioni finanziarie, il previsto rallentamento del Pil mondiale all’1,3% (dal 2,9% del 2022), l’inflazione, i conflitti e il caro-energia, secondo la Iata l’aviation globale dovrebbe tornare quest’anno, pur con forti differenze tra una regione e l’altra, alla redditività. Nel 2023 le compagnie dovrebbero infatti registrare i primi profitti dal 2019 e la previsione stima un utile netto di circa 4,7 miliardi di dollari.

I vettori abbiano affrontato sfide importanti – aumento dei costi operativi, carenza di manodopera, scioperi – ma sono riusciti a ridurre le perdite grazie all’aumento della domanda. La recente analisi Iata indica che il 70% dei viaggiatori di 11 mercati chiave viaggia quanto o più di prima della pandemia.

2022 ancora in perdita

Gli analisti stimano che la perdita netta del settore aereo 2022 si attesterà a circa 6,9 miliardi di dollari rispetto ai 42 e ai 137,7 registrati rispettivamente nel 2021 e nel 2020. Il settore dovrebbe fare registrare una crescita del traffico passeggeri dell’8,4% rispetto al 2021, con un significativo aumento dei ricavi, che raggiungeranno i 438 miliardi di dollari rispetto ai 239 del 2021. Nell’insieme, le compagnie aeree dovrebbero aver chiuso l’anno a circa il 70% del volume di passeggeri del 2019.
La ripresa prenderà forma quest’anno con il ritorno del profitto nel settore dal 2019, un risultato importante se si considera l’entità dei danni economici e finanziari subiti, ma 4,7 miliardi di dollari su un fatturato di 779 (la redditività è stata di 26,4 miliardi di dollari nel 2019) dimostrano che la strada per riportare l’aviation globale a una solida base finanziaria è ancora lunga.

Voglia di viaggiare

Per quanto riguarda i voli passeggeri, dal rapporto Iata la domanda dovrebbe raggiungere circa l’85,5% dei livelli del 2019, generando entrate per 522 miliardi. Si prevede che il numero di passeggeri supererà la soglia dei quattro miliardi per la prima volta dal 2019. Il rendimento, tuttavia, potrebbe diminuire (si stima -1,7%) nonostante la domanda di passeggeri sia cresciuta più rapidamente (+21,1%) rispetto alla capacità di trasporto (+18%).

La domanda repressa dovrebbe aiutare le compagnie ma, con margini così sottili, anche una lieve variazione della situazione attuale può potenzialmente spostare il bilancio in territorio negativo. Secondo gli esperti, vigilanza e flessibilità saranno fondamentali nei prossimi mesi.

Nord America pioniere della ripresa

Secondo la Iata, il Nord America è stata l’unica regione a tornare alla redditività già nel 2022 e sarà raggiunta quest’anno da Europa e Medio Oriente.
Le compagnie aeree nordamericane dovrebbero chiudere il 2022 con un profitto di 9,9 miliardi di dollari e continueranno a operare in modo ancora più redditizio nel 2023, con un risultato stimato di 11,4 miliardi di dollari. Ciò è dovuto al fatto che questi vettori hanno dovuto affrontare restrizioni operative meno severe e di più breve durata rispetto ad altre regioni. Nel 2023 serviranno più del 97% dei livelli di domanda pre-crisi con circa il 98,9% della capacità pre-crisi. La domanda passeggeri aumenterà del 6,4% e supererà la crescita della capacità delle compagnie aeree del 5,5%.

L’Europa sconta il conflitto

L’Europa dovrà affrontare una perdita di 3,1 miliardi di dollari nel 2022. Il conflitto russo-ucraino è responsabile delle limitate opportunità operative di alcune compagnie aeree europee. I vettori aerei europei torneranno ad avere una redditività di circa 621 milioni di dollari nel 2023. La regione servirà poco più dell’88% dei livelli di domanda pre-crisi con l’89,1% della capacità pre-crisi, il che significa che la crescita prevista della domanda di passeggeri dell’8,9% supererà la crescita della capacità del 6,1%.

Anche il Medio Oriente opererà con profitto nel 2023 dopo un 2022 negativo. Si prevede le compagnie registreranno una perdita di 1,1 miliardi di dollari nel 2022, ma torneranno ad avere un profitto di 268 milioni di dollari nel 2023, poiché la domanda di passeggeri nella regione aumenterà del 23,4%, mentre la capacità crescerà del 21,2%. Si stima la regione servirà il 97,8% dei livelli di domanda pre-crisi con il 94,5% della capacità pre-crisi.

Asia-Pacifico, Sud America e Africa ancora in difficoltà

La Iata stima perv la regione Asia-Pacifico perdite di 10 miliardi di dollari nel 2022 e le prospettive non sono brillanti. Nel 2023, la crescita della domanda di passeggeri pari al 59,8% dovrebbe superare la crescita della capacità del 47,8%. Nel 2023, le compagnie aeree serviranno il 70,8% dei livelli di domanda pre-crisi con il 75,5% della capacità pre-crisi. Queste stime contribuiranno a ridurre la perdita a 6,6 miliardi di dollari nel 2023.

Le compagnie aeree dell’America Latina e quelle dell’Africa non registreranno profitti né nel 2022 né nel 2023. Mentre la regione latinoamericana chiuderà il 2022 con una perdita di 2 miliardi di dollari, le compagnie aeree africane registreranno una perdita di 638 milioni di dollari per quell’anno. Si prevede che nel 2023 la domanda di passeggeri in entrambe le regioni supererà la crescita della capacità rispettivamente del 3% e del 5,5%. Tuttavia, tale aumento non sarà sufficiente per evitare perdite.
La perdita stimata in America Latina sarà di 795 milioni di dollari, mentre l’Africa si ridurrà a 213 milioni di dollari nel 2023.

Un anno di massima attenzione

Diversi rischi potrebbero influenzare negativamente le prospettive per il 2023, tra i quali l’aumento dei prezzi del carburante e l’inflazione. Secondo gli esperti, la spesa totale per il carburante per il 2023 dovrebbe essere di 229 miliardi di dollari, non superando la percentuale abituale del 30% delle spese delle compagnie. Ma i costi complessivi aumenteranno del 5,3%, raggiungendo i 776 miliardi di dollari. E si prevede che la crescita sia inferiore dell’1,8% rispetto alla crescita dei ricavi. Inoltre, le pressioni sui costi sono ancora presenti a causa della carenza di manodopera, di competenze e di capacità. Anche i costi delle infrastrutture rappresentano un problema.

L’approccio della Cina – con la potenziale situazione di recrudescenza pandemica – e il rischio di recessione sono le maggiori preoccupazioni della Iata. Secondo gli analisti, ogni passeggero contribuisce in media all’utile netto del settore per soli 1,11 dollari e le compagnie devono considerare che qualsiasi aumento potrebbe essere controproducente, influendo sulla domanda di servizi passeggeri e cargo.

Fonte = GUIDA VIAGGI 12/01/23