Alla Bit il turismo fa le prove di Expo
Se è incerto il destino del set di misure che avrebbe dovuto essere all'ordine del giorno del prossimo Consiglio dei ministri (dal rafforzamento dell'Enit alla promozione digitale della destinazione Italia, sino agli sgravi fiscali e burocratici per hotel e strutture ricettive), Bit punta comunque tutto sulla concretezza. Mette al centro Expo Milano 2015 e l'Italia, firmando una partnership strategica, che intreccia le proposte di viaggi e vacanze con il richiamo di Expo che in Fiera trova una grande vetrina attraverso pacchetti da commercializzare in tutto il mondo. Anche attraverso più di 10mila incontri B2B già prenotati, 2130 imprese partecipanti, 700 buyers internazionali, 100 Paesi presenti e 53.600 visitatori professionali.
«Il turismo è un asset fondamentale per la nostra Regione» ha sottolineato il presidente della Lombardia, Roberto Maroni, ricordando i 100 milioni di euro stanziati per il miglioramento qualitativo delle strutture ricettive, della ristorazione e del commercio alimentare, il milione di euro messo a budget per la partecipazione alle fiere di settore estere in chiave turistica per Expo e i 3 milioni del protocollo d'intesa con il Comune di Milano, per la riqualificazione commerciale e turistica della città. Intanto - dati dell'Organizzazione per il Turismo delle Nazioni Unite - nel 2013 si è superata, in anticipo, la soglia psicologica del miliardo di arrivi internazionali (+5%, pari a 52 milioni di arrivi). Tra le regioni con le migliori performance il Sudest asiatico (+10%), l'Europa centrale e dell'Est (+7%), il Nordafrica (+6%) e l'Europa meridionale (+6%). Per il 2014 si prevede un ulteriore aumento del 4-5 per cento.
«I dati dell'eurobarometro sul turismo europeo - ha spiegato il vicepresidente della Commissione Ue, Antonio Tajani - danno il quadro di un settore che tiene. L'Italia si conferma la terza meta (10% delle preferenze, +2% in un anno) dietro a Spagna (rispettivamente 15% e +5%) e Francia (11% e +3 per cento)». Tuttavia, «Ad esclusione di poche eccezioni, anche in questa legislatura il turismo è declassato ad un ruolo di secondo piano» ha denunciato il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli che ha poi definito il decreto turismo «una vera e propria chimera, non solo perché non è stato emanato ma perché, al di là di mille indiscrezioni, non si conosce ufficialmente nulla sui suoi contenuti».
Tuttavia, secondo una ricerca di Confturismo-Confcommercio in collaborazione con il Ciset (Centro Internazionale di Studi sull'Economia Turistica) dell'Università Ca' Foscari, meno della metà della spesa dei turisti stranieri arriva in Italia. Il resto arricchisce le economie estere. Ovvero, dei 5,7 miliardi di euro di fatturato generato dalla vendita di pacchetti ai turisti stranieri, solo 2,7 miliardi (pari al 47,1%) rimane in Italia, mentre i restanti 3 miliardi (52,9%) vanno a remunerare la filiera estera, soprattutto tour operator e vettori. «Sui dati dell'incoming - ha sottolineato, infatti, Luca Patanè, presidente di Confturismo - pesa soprattutto la mancanza di una forte compagnia aerea». Mentre Expo 2015 va letto «in chiave nazionale». Secondo il ministro Bray, nei prossimi 5 anni «il settore può arrivare a un fatturato di 180 miliardi di euro e creare 500mila nuovi posti di lavoro». - Fonte: Il Sole 24 Ore