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Alitalia, vertice Renzi-Etihad

Alitalia, vertice Renzi-Etihad

L'incontro a Palazzo Chigi è stato segnalato ieri alle 20,30 dall'Agi e non ci sono stati commenti né reazioni ufficiali. Neppure dalla compagnia italiana, il cui amministratore delegato, Gabriele Del Torchio, in questi giorni aveva in calendario un incontro con Hogan. Secondo fonti autorevoli la visita a Roma dell'a.d. della compagnia emiratina e l'incontro con Renzi sono serviti per affrontare gli ultimi nodi di una trattativa difficile, che sta prendendo molto più tempo del previsto.

Entrambe le parti vogliono concludere in maniera positiva, gli arabi per sfruttare le opportunità di un mercato interessante, i soci di Alitalia e il governo per dare un futuro più stabile alla compagnia italiana. L'incontro Renzi-Hogan è stato positivo, secondo fonti del governo. Nel colloquio sono state identificate le possibili soluzioni e c'è l'impegno del governo a sostenere il problema degli esuberi tra i lavoratori Alitalia con ammortizzatori sociali. Anche le banche però dovranno accettare di fare sacrifici e rinunciare a parte dei crediti verso Alitalia, anche con la conversione in capitale.

Se queste condizioni saranno soddisfatte Etihad è disponibile a investire in Alitalia una somma superiore a quanto finora ipotizzato, potrebbe arrivare a 550 milioni di euro per acquisire il 40% di Alitalia (la quota massima che potrebbe avere è il 49,9%). Il punto di partenza del colloquio tra Hogan e Renzi è stato la bozza di piano industriale che venerdì scorso Etihad ha inviato a Roma, dove invece ci si aspettava una proposta di lettera d'intenti per fissare le condizioni del negoziato finale. La bozza di piano di Etihad ha fissato condizioni molto dure per Alitalia e per le banche.

La prima condizione, ripetuta ieri, è che le banche accettino una ristrutturazione del debito, in sostanza un consolidamento o una conversione in capitale, in modo comunque da sgravare Alitalia di almeno 400 milioni di euro di debiti finanziari (su un totale di circa un miliardo). L'altro punto molto delicato è la riduzione dei costi industriali, secondo Etihad il personale della compagnia presieduta da Roberto Colaninno dovrebbe essere ridotto di circa 3.000 adetti sui 14mila totali. Il numero coincide con i lavoratori al momento in cassa integrazione a rotazione o in contratto di solidarietà: l'ipotesi è che vengano messi in cigs a zero ore, di fatto diventerebbero esuberi secchi. Etihad non vuole sedersi a trattare con i sindacati, chiede che sia Alitalia a risolvere la questione prima di perfezionare l'accordo finale.

La Uiltrasporti e il sindacato dei piloti Anpac ieri si sono detti «disponibili a discutere con Alitalia sul prossimo piano congiunto con Etihad, ma stigmatizzano e rifiutano ogni tentativo di parte aziendale di porre in atto azioni unilaterali o ricattatorie». Terza richiesta della compagnia araba è un riassetto del sistema aeroportuale, con collegamenti dell'alta velocità ferroviaria con Fiumicino, lo scalo principale, una sostanziale liberalizzazione dei voli su Linate, per avere una navetta tra Linate e Abu Dhabi. Questo richiederà tempi più lunghi, ma Etihad vorrebbe che a Roma si assumessero impegni adeguati. Se Hogan riterrà soddisfacenti le risposte avute ieri da Renzi, nei prossimi giorni potrebbe inviare all'Alitalia la lettera d'intenti per fissare i punti per andare al negoziato finale. A quel punto, potrebbero servire un paio di mesi per capire se il matrimonio si farà davvero. - Fonte: Il Sole 24 Ore (di Gianni Dragoni)