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Alitalia, verso l intesa Poste-banche

Alitalia, verso l intesa Poste-banche

Le posizioni degli schieramenti si sono molto avvicinate ieri. Le Poste sono disponibili a investire una somma anche superiore alla loro quota in Alitalia-Cai (il 19,48%, pari a 38 milioni circa), a condizione di versare i soldi non nella vecchia Alitalia-Cai che perde a bocca di barile (569 milioni il rosso del 2013), come dovrebbero fare invece le banche e gli altri azionisti, ma in una nuova società, detta «midco». La «midco» sarebbe un veicolo intermedio tra l'attuale Cai che si svuoterebbe delle attività operative e la «newco», la nuova Alitalia, ripulita dai debiti e dal contenzioso, nella quale entrerebbe con il 49% Etihad.

In un incontro ieri le due banche azioniste e creditrici di Alitalia-Cai (Intesa Sanpaolo e Unicredit) con il socio Atlantia, come riferito in altro articolo, si sono dette disponibili ad accettare il progetto di Poste, a due condizioni. La prima è che la società guidata da Francesco Caio assuma l'impegno formale a investire 70 milioni, per coprire la quota scoperta dei 250 milioni della ricapitalizzazione approvata venerdì dall'assemblea di Alitalia-Cai. L'altra condizione è che Poste dimostri la fattibilità legale e finanziaria dell'operazione «midco», «a prova di bomba», osserva una fonte qualificata. A Poste è stato chiesto di dare oggi una risposta. Da Poste era trapelata ieri una disponibilità a iniettare circa 50 milioni nella «midco», quindi meno dei 70 richiesti da banche e Atlantia, ma la distanza non sembra incolmabile. Caio chiede inoltre che, se sale il suo investimento, ci siano per Poste maggiori diritti nel governo societario della «midco» e, a cascata, della nuova Alitalia. Poste ha due consiglieri su 11 nel cda di Alitalia-Cai.

Un cda di Poste è fissato per il primo agosto, ma in caso di accordo i tempi potrebbero essere anticipati. Un via libera in settimana consentirebbe al vertice di Alitalia e all'a.d. di Etihad, James Hogan, di firmare subito l'accordo definitivo per la nuova Ali-Had. Poi l'operazione sarebbe soggetta alla verifica della direzione Concorrenza e dell'Antitrust della Commissione europea, lavoro che non si concluderebbe prima della fine di ottobre. Le banche, avendo dovuto ingoiare l'amara pillola imposta da Etihad, cioè la rinuncia a 565 milioni di crediti finanziari verso Alitalia (un terzo cancellati, due terzi convertiti in capitale), fino a venerdì avevano rigettato la posizione di Poste, perché la proposta di Caio darebbe una condizione di azionista privilegiato a Poste. Sarebbero infatti indenni dalle perdite del 2014 e dai rischi del contenzioso pendente.

Caio però ha tenuto il punto, forte dell'appoggio del premier Matteo Renzi. Ha spiegato che Poste è una società interamente pubblica con l'obiettivo di quotarsi in Borsa e non può disperdere risorse in una «fornace» come Cai. Secondo Caio i 75 milioni iniettati in Alitalia in dicembre dal predecessore in Poste, Massimo Sarmi, sono stati bruciati dalle perdite e il valore della partecipazione in Alitalia-Cai verrà azzerato nella relazione sui conti di Poste del primo semestre 2014. La «midco» avrebbe come soci Poste e l'attuale Cai e sarebbe proprietaria del 51% della «newco» nuova Alitalia, nella quale Etihad acquisirebbe il 49% con un aumento di capitale.

Dopo gli scontri tra i sindacati (Uil contro Cgil e Cisl) in seguito al referendum sui tagli di stipendio, il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, ha detto che «se non dovesse esserci uno sblocco il governo non potrà fare altro che riconvocare al tavolo i sindacati e spiegare la situazione». Per il segretario della Cgil, Susanna Camusso, «la vertenza Alitalia, per quel che riguarda i sindacati, è conclusa». Nel decreto Sblocca Italia, ha riferito l'Ansa, è entrata una proroga per il 2015-2017 degli sconti fiscali sull'indennità di volo, (percepita da piloti e hostess). - Fonte: Il Sole 24 Ore (di Gianni Dragoni)