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Alitalia, prove di dialogo Fs-Poste Delta verso la trattativa in esclusiva

Alitalia, prove di dialogo Fs-Poste Delta verso la trattativa in esclusiva

Tra le aziende partecipate dallo Stato una sola ad oggi si sarebbe detta disponibile a valutare un intervento in Alitalia, Poste. L'amministratore delegato Matteo Del Fante avrebbe avuto una conversazione con Gianfranco Battisti di Ferrovie. Il contatto per ora è informale. Non c'è alcuna promessa o idea di investimento, ma la disponibilità a valutare il piano industriale e poi eventualmente partecipare all'azionariato con una piccola quota, secondo quanto spiegano due diverse fonti al lavoro sul dossier. Una novità non da poco per Ferrovie, dato che finora nessuno si era detto pronto a discutere. Sarebbero arrivati infatti dei no da Eni, Leonardo-Finmeccanica e dalla Cassa depositi e prestiti. Anche se quest'ultima, in un secondo momento, potrebbe intervenire da prestatore per rinnovare la flotta. Mentre il governo sta continuando il suo pressing su Leonardo, nonostante le dichiarazioni dell'amministratore delegato Alessandro Profumo, il quale ha escluso di voler partecipare a questa operazione. Per quel che riguarda Eni invece sono più facili accordi commerciali che interventi diretti. In Fs sono convinti che nelle prossime settimane ci saranno contatti con le altre aziende partecipate. Entro marzo, comunque, dovrebbero essere pronti sia il piano industriale sia un'idea concreta di azionariato. Ferrovie questa settimana sceglierà tra i due possibili partner in campo, Delta e Lufthansa. «Se questo tergiversare durerà ancora a lungo, dell'orgogliosa Alitalia non rimarrà più nulla», avverte all' Handelsblatt Harry Hohemeister, nel board del colosso tedesco che resta alla finestra. È probabile però che alla fine la scelta cada sugli americani, coi quali verrà avviata una trattativa in esclusiva: il vicepremier Luigi Di Maio dovrebbe comunicarlo giovedì ai sindacati. Delta ha un piano che dovrebbe prevedere una flotta ridotta da 118 a 100 aerei (70 quelli di Lufthansa) e un taglio del personale di 3 mila dipendenti (gli stessi dei tedeschi, che però non acquisirebbero l'handling, lasciando fuori quindi altri 3 mila lavoratori); al fianco di Delta non dovrebbe esserci più Air France-Klm, che momentaneamente ha fatto un passo indietro a causa di problemi interni. Potrebbe così entrare nella partita Easyjet, che ha avviato proprio in questi giorni una discussione con gli americani. La «low cost» è concentrata soprattutto su Milano, ma non è ancora chiara la collaborazione tra i vettori: di sicuro non ci sarà uno spezzatino. La compagnia inglese avrà una quota minoritaria e andrà a ruota di Delta che sarà uno dei due pilastri dell'operazione con Ferrovie. L'azionariato dovrebbe essere composto al 40% da Delta (con Easyjet al fianco), il 30% in mano a Fs, il 15% al ministero dell'Economia che potrebbe convertire una fetta del prestito ponte (l'uscita dell'ex capo di gabinetto Garofoli avrebbe semplificato la discussione interna al ministero) e la restante parte a partecipate. Per individuarle con certezza bisognerà attendere. Prima occorre chiudere la trattativa con la compagnia interessata, poi ci saranno colloqui con le diverse imprese italiane che troveranno quindi un piano già delineato. Una eventuale partecipazione di Poste non sarebbe un inedito: l'azienda ha già investito in Alitalia (e perso) 70 milioni nel 2014 e in precedenza ne aveva versati altri 75 milioni.

 

Fonte = IL SOLE 24 ORE 12/02/2019