Alitalia, lo Stato chiede danni agli ex-vertici per 2,5 miliardi
Mentre taglia il personale e la flotta, con gli ultimi accordi sindacali salgono a 2.938 i dipendenti in cassa integrazione o in contratti di solidarietà, la compagnia presieduta da Roberto Colaninno cede lavoro all'esterno ad altri vettori. I velivoli impiegabili potrebbero essere Boeing 737 o Airbus 320.
L'estate scorsa Alitalia aveva affittato due aerei ed equipaggi (con la formula wet lease) dalla Small Planet presieduta da Stefano Canessa, che aveva preso gli aerei all'estero. La piccola Small Planet è in difficoltà finanziarie, l'Enac le ha sospeso la licenza il 20 gennaio. Due anni fa Alitalia aveva appaltato i voli delle vacanze alla slovacca AirExplore, provocando anche proteste di turisti acquirenti dei pacchetti vacanze, non informati che non avrebbero volato con Alitalia.
Quest'anno il lavoro che la compagnia intende dare all'esterno si amplia a 4 macchine con equipaggi, forse perché Alitalia ha ridotto ulteriormente flotta e organico. A parte le considerazioni sull'opportunità di appaltare lavoro all'esterno mentre si taglia e si ricevono fondi pubblici (le Poste hanno messo 75 milioni nel recente piano di salvataggio), fonti del settore sollevano dubbi sul fatto che l'affitto di aerei ed equipaggi per voli charter possa essere redditizio per Alitalia, considerando i costi e il basso prezzo dei biglietti.
A proposito della vecchia Alitalia ieri il presidente della Corte dei Conti del Lazio, Ivan De Musso, ha ufficializzato una notizia circolata a metà dicembre. «Sono stati citati a giudizio alcuni ex amministratori Alitalia di epoca pre-Cai per un danno erariale di circa due miliardi e mezzo». La magistratura contabile ha detto De Musso - «ha riscontrato scelte gestionali irrazionali e connotate da mala gestio. Credo che purtroppo i difensori si rivolgeranno alla Cassazione per problemi di giurisdizione». Secondo le notizie di dicembre tra i 16 ex amministratori citati dalla Corte dei Conti ci sono Giancarlo Cimoli e Francesco Mengozzi.
Da pochi giorni sul sito di Alitalia si legge che la flotta operativa è di 130 aerei, non più 137. Secondo indiscrezioni il piano di tagli dell'amministratore delegato, Gabriele Del Torchio, prevede la riduzione a non più di 125 aerei. Con questa dimensione Alitalia arriverebbe al possibile matrimonio con Etihad.
Il piano prevede anche una redistribuzione delle rotte da Milano Linate e una riduzione dei voli tra Linate e Roma Fiumicino rispetto alle 26 frequenze giornaliere attuali, troppe - secondo Alitalia - rispetto alla concorrenza del treno ad alta velocità. È trapelato che anche Etihad vorrebbe un diverso impiego di Linate. Il presidente dell'Enac, Vito Riggio, ha detto che Alitalia ha chiesto la riconversione degli slot Roma-Milano per utilizzarli su altre rotte europee. L'ente «sta valutando» e comunque - ha precisato Riggio - la riconversione può riguardare per legge solo rotte all'interno dell'Unione europea e non per destinazioni extra Ue, come qualcuno sembrava sostenere nei giorni scorsi a proposito del negoziato Alitalia-Etihad.
Etihad vorrebbe aumentare i voli dall'Italia alla sua base di Abu Dhabi per alimentare i suoi voli intercontinentali. Ma la regolamentazione di Linate, adottata da vari governi tra il 1996 e il 2001 nel tentativo di favorire Alitalia, consente solo voli verso destinazioni nell'Ue. - Fonte: Il Sole 24 Ore (di Gianni Dragoni)