Alitalia, lettera di Caio con le condizioni di Poste
Il nodo principale resta l'adesione di Poste che, nelle ultime ore, ha inviato una missiva ai vertici della compagnia in cui ribadisce le condizioni per l'ingresso nell'operazione dopo che giusto ieri il numero uno Francesco Caio, aveva rimarcato la necessità di improntare l'adesione della società dei recapiti a determinati presupposti, «cioè criteri di mercato finanziari e industriali». Nella lettera Caio spiega innanzitutto che Poste non intende aderire a ulteriori ricapitalizzazioni e che, se andrà in porto, questo sarà l'ultimo impegno che è disposta ad assumere. Inoltre l'ad sollecita lumi su come Alitalia intenda affrontare eventuali fabbisogni che dovessero emergere strada facendo e che non fossero coperti dal previsto equity commitment.
Ma la vera novità, che è al vaglio dell'ad di Alitalia, Gabriele Del Torchio, e degli altri azionisti, è la proposta di costituire una newco partecipata da Poste e dalla «vecchia» Alitalia cui sarebbe girata, in seconda battuta, dopo la divisione tra old e new company prospettata nello schema avallato da Etihad, il 51% della nuova compagnia in cui gli emiratini entrebbero sempre con il 49%. Questo, spiega Caio, nella missiva consentirebbe di superare i possibili rischi di un cartellino rosso dell'Europa che ha già messo sotto osservazione i 75 milioni versati a dicembre.
Sulla proposta si cerca ora una difficile quadratura in vista dell'assemblea di domani, mentre l'esecutivo vigila affinché il matrimonio vada in porto. «Il governo vuole facilitare l'operazione - ha detto ieri al Sole 24 Ore il capo della segreteria tecnica del Mef, Fabrizio Pagani -, ma poi spetta agli azionisti e alle banche adoperarsi per trovare una quadra». Gli istituti, però, ritengono di aver sopportato lo sforzo maggiore in vista delle nozze con Abu Dhabi e non sono disposti ad assumersi nuovi oneri. Lo ha ribadito ieri anche Gian Maria Gros- Pietro, presidente del consiglio di gestione di Intesa Sanpaolo, uno degli istituti più esposti con UniCredit. «Per Alitalia è assolutamente escluso un ulteriore impegno da parte delle banche. La nostra parte l'abbiamo
Ora è importante che gli altri facciano la loro», ha detto a margine dell'inaugurazione della Brebemi. Ecco perché, secondo fonti vicine al dossier, il governo avrebbe aumentato nelle ultime ore il pressing nei confronti di Poste per convincere la società dei recapiti ad aderire alla ricapitalizzazioni, visto che le altre ipotesi prese in considerazione, a cominciare dal possibile coinvolgimento di alcuni piccoli azionisti, non sembrano percorribili e soprattutto potrebbero irrigidire gli emiratini. Adesso l'obiettivo è ridurre le distanze tra tutti i soci. Dopo aver incassato, si spera dalle parti della compagnia, anche l'ok dei lavoratori dopo il referendum sull'integrativo aziendale al contratto nazionale di lavoro per il trasporto aereo.
La consultazione, indetta da Filt-Cgil, Fit-Cisl e Ugl Trasporti e cominciata ieri (si concluderà domani alle 8), era stata chiesta dalla Uiltrasporti che non ha firmato né il contratto nazionale né l'integrativo, ma è stata disertata proprio dai promotori che l'hanno bollata come «una farsa» e hanno contestato la scelta, sollecitata da Del Torchio e accolta dagli altri sindacati, di concludere la votazione prima dell'assise di domani. Una decisione, quest'ultima, criticata anche dalle sigle di piloti e assistenti di volo (Anpac, Avia e Anpac). «C'è un'alta affluenza», assicuravano in serata gli organizzatori del referendum che ha scatenato la guerra tra le sigle. Uno scenario certamente non gradito ad Abu Dhabi. - Fonte: Il Sole 24 Ore (di Celestina Dominelli)