Alitalia, Hogan torna per la firma
«Ciascuno si prenda le proprie responsabilità. Entro venerdì mattina» ha ribadito Lupi «deve chiudersi l'aspetto societario con banche e imprenditori e devono arrivare le risposte dei sindacati». Per Intesa Sanpaolo ha parlato il numero uno, Carlo Messina, assicurando che la banca è pronta a fare la sua parte, per poi uscire nel 2017, quando la compagnia sarà tornata all'utile. Hogan, insomma, potrebbe trovare la pista d'atterraggio sgombra da ostacoli. Il manager di Abu Dhabi, oltretutto, ha appena chiuso una semestrale record, con un fatturato di 3,2 miliardi di dollari (+28%) e passeggeri saliti da 5,5 milioni a 6,7 milioni. Da ieri, perciò, si è ripreso a trattare a oltranza con i sindacati, con un round pomeridiano e uno serale, e oggi si proseguirà.
«L'arrivo di Etihad cambierà totalmente il volto di Alitalia entro un anno», ha esordito l'ad Gabriele Del Torchio, aprendo il tavolo con i sindacati e il governo e anticipando che il piano di sviluppo al quale si sta lavorando è di lungo termine e prevede investimenti addirittura fino al 2023. L'accordo ruota attorno al modo di ridurre l'impatto degli esuberi, mettendo in campo non solo gli ammortizzatori sociali allo studio del ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ma anche ricollocando il personale in eccesso grazie a sinergie e al recupero di servizi all' esterno. Mentre Del Torchio esortava i sindacati a collaborare, Lupi spiegava in commissione Lavori Pubblici del Senato che azzerare gli esuberi non è un obiettivo realistico. Vi rientrano anche 780 dipendenti, personale di terra e di volo, in Cig a zero ore fino a marzo 2015. Quelli individuati da Etihad, però, finiranno in mobilità e non in Cassa integrazione.
«Dovranno essere assistiti anche in dialogo con Adr, Regione Lazio e istituzioni», ha detto Lupi. Intanto Anpac, Uil Trasporti, Avia e Anpav hanno scritto una lettera aperta a Hogan. Piloti e assistenti di volo si dicono «convinti che per Alitalia non esista un'alternativa credibile a un accordo con Etihad», e prendono le distanze dalle «smanie di strapotere di alcune sigle sindacali». Con questa premessa si dicono disponibili «a sottoscrivere immediatamente un blocco di tre anni di tutte le dinamiche contrattuali e la rinuncia ad atti di rivendicazione». Al governo, però, si chiede di realizzare «un ufficio di ricollocamento della Gente dell'aria». Mentre proseguono le trattative, il governo deve anche preparare la risposta all'Ue, che ha chiesto un supplemento di informazioni sull'ingresso di Poste nel capitale di Alitalia per possibile aiuto di Stato. La replica delle autorità italiane arriverà entro il 22 luglio e secondo Lupi spazzerà via ogni preoccupazione e dubbio sul dossier tanto inviso ai concorrenti di Alitalia, a cominciare da Lufthansa. - Fonte: MF (di Angela Zoppo )