Alitalia: fermo Il piano slitta a marzo Sindacati in rivolta Alitalia: tutto
Del ventilato matrimonio tra Alitalia e Delta (AirFrance Klm) non si parla al momento. Anzi scavallata la scadenza del 31 gennaio ormai appare evidente che i tre commissari (Stefano Paleari, Enrico Laghi e Daniele Discepolo), dovranno accordare una proroga (si parla di metà marzo, per fare il tempo a Ferrovie dello Stato (Tesoro), di elaborare un nuovo piano. Un tira e molla che per il momento ha fruttato le ire dei sindacati e l'avvio delle procedure di mobilitazione. Già nei giorni scorsi amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, Gianfranco Battisti, cui è stato affidato l'incarico di vagliare le offerte in arrivo, era stato costretto ad ammettere di aver «chiesto la proroga, ma stiamo aspettando la risposta dei commissari sulle tempistiche giuste». I sindacati fremono e minacciano che «in assenza di risposte da parte del governo, anche sulla vertenza Alitalia, sarà inevitabile mobilitarsi». Il ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, aveva provato a essere rassicurare: «L'obiettivo prima di presentare il piano è quello, come ho sempre detto di discutere preventivamente con tutti prima della formalizzazione e proprio per questo nei prossimi giorni discuteremo con i sindacati». I sindacali hanno già incontrato nei giorni scorsi i commissari straordinari ricevendo rassicurazioni dal punto di vista economico ma non sui progetti futuri. La compagnia ha chiuso il 2018 con un Ebitda negativo per 154 milioni, più che dimezzato rispetto all'anno precedente. Però i 900 milioni di prestito ponte (e 100 di interessi), si consumano. E a giugno, salvo l'ennesima proroga andranno restituiti. Se non da Alitalia dal nuovo partner.
Fonte = LIBERO 02/02/2019