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Alitalia-Etihad, i soci firmano gli impegni definitivi

Alitalia-Etihad, i soci firmano gli impegni definitivi

I 600 milioni rientrano nel contratto preliminare dell'8 agosto. La liquidità (per 200 milioni) è finalizzata a consentire all'attuale società di reggere fino a quando non prenderà il volo la nuova Alitalia, con a bordo Etihad al 49%, subordinatamente al via libera della Ue e alla verifica della cassa; i restanti 100 milioni serviranno a fronteggiare i contenziosi. Riguardo l'autorizzazione comunitaria, dopo le pre-notifiche, lunedì 22 i legali di Dla Piper, per conto di Etihad, dovrebbero inoltrare il dossier formale a Bruxelles, facendo scattare i 30 giorni previsti per l'autorizzazione, salvo interruzioni conseguenti a richieste eventuali di chiarimenti.

Colaninno resta

Cinque tra i principali azionisti si sono impegnati a sottoscrivere un aumento di capitale dell'attuale Alitalia fino a 300 milioni: Intesa (88 milioni), Unicredit (63,5), Atlantia (51), Immsi (10), Pirelli (10), Gavio (2,5). A questi si aggiunge Poste con 75 milioni da iniettare sotto forma di bond tramite la Midco, la newco intermedia tra la vecchia e la nuova Alitalia. Secondo la transaction implementation agreement, il nome del complesso accordo, il buco di cassa non dovrà superare 200 milioni, soglia che costituisce una delle cause dirimenti del contratto da parte di Etihad. La verifica sarà fatta entro fine mese ed è possibile che l'iniezione venga fatta ad ottobre. Per il 26 settembre è fissato un consiglio della compagnia per fare il punto sulla situazione.

Quanto alla nuova finanza, 200 milioni sono per cassa (Intesa e Unicredit 112,5 milioni a testa, Mps e Sondrio 37,5 milioni l'una), 100 milioni di factoring (25 milioni ciascuno). La nuova Alitalia avrà un consiglio di nove membri. Tre li nominerà Etihad: l'ad James Hogan, il cfo James Rigney e Bisignani. Dei sei italiani, invece, tre sono sicuri: il presidente Luca Cordero di Montezemolo, l'ad Silvano Cassano (già designato) e l'attuale numero uno Roberto Colaninno. Gli altri tre spettano a Poste, Intesa Sanpaolo e Unicredit: le due banche sono orientate a designare figure esterne.

Intanto, scattano i tagli di personale. Sono circa 600 i lavoratori che si apprestano a lasciare la compagnia già dalla prossima settimana. Questi dipendenti, naviganti e di terra, riceveranno il 26 settembre la lettera con la comunicazione della messa in mobilità: circa 500 hanno accettato di andare in mobilità su base volontaria, a fronte di un'offerta aziendale di 10 mila euro lordi, e un centinaio, dal momento che maturano i requisiti nell'arco del periodo di mobilità. - Fonte: Il Messaggero