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Alitalia-Etihad, c è il decreto

Alitalia-Etihad, c è il decreto

Su Linate, non ci dovrebbe essere lo sfondamento degli attuali 18 movimenti l'ora. Alitalia si farebbe bastare gli slot (fasce orarie) che libererà tagliando una parte dei collegamenti Milano-Roma. La liberalizzazione di cui si parla riguarderebbe l'utilizzo di quegli slot che gli arabi vorrebbero poter utilizzare per collegamenti non solo europei. Ma anche qui non si tratta di far volare aerei a doppio corridoio (i più grandi) da Linate ad Abu Dhabi, scalo di riferimento di Etihad, ma cambiare le attuali regole che oggi consentono voli solo verso scali di capitali europee con un certo numero di passeggeri. L'idea potrebbe essere quella di inserire alcuni voli verso Zurigo (l'hub di Darwin, la compagnia svizzera diventata Etihad regional) o Istanbul o Mosca o Düsseldorf (dove si muove Air Berlin) o aumentare quelli per Berlino.

E Malpensa? «Non conosco ancora quali siano i contenuti della lettera di Etihad - ha detto ieri il governatore lombardo, Roberto Maroni -: ne ho parlato ieri con il ministro delle Infrastrutture che giustamente non me li ha rivelati. La mia posizione resta la stessa: non si può sacrificare un progetto aeroportuale che vede Malpensa come hub, per fare un favore a un vettore straniero». È probabile che Maroni sappia che di Malpensa sarà potenziata la vocazione cargo, quanto ai dieci voli intercontinentali in più chiesti a Lupi, non saranno dieci nuove rotte ma solo un'intensificazione delle frequenze di alcuni collegamenti già esistenti, dall'anno prossimo, per New York, Shanghai e la stessa Abu Dhabi. Sulle low cost, per le quali Etihad ha chiesto limitazioni, c'è l'idea di mettere a gara i contributi che gli scali offrono oggi a queste compagnie per attirarle. Ma tra questi aeroporti c'è Malpensa, base di EasyJet, e Orio, base di Ryanair. La mediazione non dovrà sfavorirle.

Intanto si registra un atteggiamento nuovo di Air France-Klm su Alitalia-Etihad, ieri l'ad Alexandre De Juniac ha puntualizzato che la nozione di controllo effettivo delle compagnie europee «merita di essere precisato», perché «per aggirare le regole basta prendere il 49% del capitale sociale, esercitando nel contempo un vero controllo della compagnia. Questo non è soddisfacente. Dobbiamo puntare a condizioni di prese di controllo omogenee nelle diverse aree del mondo». Se non è un attacco a Etihad, poco ci manca.

Intanto domani dovrebbe tenersi un vertice tra l'ad di Alitalia, Gabriele Del Torchio, e le banche. Mentre emergono particolari sulle richieste fatte ai sindacati per trovare i 48 milioni che mancano ai 128 promessi: ci sarebbe un contributo di solidarietà per i redditi superiori ai 40 mila euro con un meccanismo che parte dal 5% e arriva al 20%. Ma anche un raffreddamento degli scatti di anzianità e la riconsiderazione del tetto in virtù del quale le retribuzioni della nuova Alitalia non possono essere inferiori al 93% di quelle della vecchia. Per personale di terra, ci sarebbe una rivisitazione del tempo che i lavoratori impiegano per indossare la tuta dopo aver timbrato il cartellino. Potrebbero doversi presentare al lavoro avendola già indosso.

I punti

1. L'alleanza tra Etihad e Alitalia

2. Le condizioni per l'intesa

3. No ai vecchi contenziosi

Il gruppo Etihad punta a rilevare fino al 49 per cento di Alitalia con un investimento di 450-500 milioni di euro. Lunedì sera Etihad ha inviato una nuova lettera al board Alitalia nella quale pone alcune condizioni: dal taglio dei debiti agli esuberi. Uno dei punti chiesti da Etihad riguarda i vecchi contenziosi con Toto e con Windjet, una sorta di manleva sulle liti pregresse di Alitalia. - Fonte: Corriere della Sera (di Antonella Baccaro)