Alitalia-Etihad a un passo dalla rottura
Con una lettera irritata, il vertice di Etihad ha comunicato ad Alitalia che non ci sono le condizioni, almeno in questo momento, per procedere al matrimonio che dovrebbe portare all'ingresso di Etihad in Alitalia con il 40%, con il versamento di una somma compresa tra 300 e 550 milioni di euro. L'irrigidimento della compagnia degli Emirati Arabi Uniti è emerso nel consiglio di amministrazione di tre giorni fa ad Abu Dhabi. Il dossier Etihad sarà affrontato martedì 22 aprile dal consiglio di amministrazione di Alitalia, convocato ieri pomeriggio.
Da quanto trapela, la lettera sottolinea che a più di due mesi dall'apertura formale della due diligence, annunciata il 2 febbraio, rimangono irrisolti i punti chiave, le condizioni, i paletti posti da Etihad: 1) la riduzione del debito per 400 milioni di euro che le banche dovrebbero convertire in capitale e una garanzia sulle passività e pendenze legali e finanziarie del passato di Cai, in particolare per il contenzioso con l'ex proprietario di Air One, Carlo Toto, originato da una multa fiscale di 40 milioni che Alitalia vuole ribaltare su Toto, il quale si oppone; 2) il taglio del costo del lavoro con circa 3.000 esuberi definitivi (non cigs temporanea o contratti di solidarietà come ora); 3) il riassetto regolamentare negli aeroporti con l'ampliamento dei voli Linate, la riduzione degli spazi per le compagnie low cost e delle autorizzazioni alle compagnie extra-Ue a fare voli intercontinentali in quinta libertà, di cui sono un esempio quella concessa a Emirates per il volo Malpensa-New York (autorizzazione bocciata pochi giorni fa dal Consiglio di Stato, ma la decisione non è esecutiva), l'alta velocità ferroviaria negli aeroporti.
La compagnia guidata da James Hogan ha sollecitato Alitalia a risolvere questi punti, altrimenti non ci sono le condizioni per proseguire la trattativa. Le indiscrezioni sull'ultimatum sono state pubblicate dal quotidiano romano Il Messaggero, che ieri ha titolato: «Alitalia-Etihad, salta il matrimonio». L'Alitalia non ha replicato. Al ministero dell'Economia, che segue la partita perché nel piano di salvataggio avallato dal governo Letta le Poste sono entrate in Alitalia versando 75 milioni, sono convinti che non ci siano ostacoli insuperabili. Le stesse fonti riconoscono però che a complicare la soluzione ci sono nodi relativi alle cosiddette «liability» del passato della Cai, nata a fine 2008 con i soci privati. Nodi legali e finanziari su debiti, pendenze legali e varie passività, come la gestione dei rapporti con Carlo Toto e Air One.
L'a.d. di Alitalia, Gabriele Del Torchio, non ha fatto dichiarazioni pubbliche, ma ha parlato con il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi. E Lupi a metà pomeriggio alle agenzie di stampa che chiedevano se si allungano i tempi di un possibile accordo ha risposto: «Sì, ma siamo alla fase finale, se le risposte convinceranno Etihad si procederà con la lettera di intenti, è fondamentale che ognuno faccia la sua parte». «Io sono sempre stato ottimista sulla possibilità di accordo, poi i privati sono privati», ha aggiunto Lupi. «Mi risulta che Alitalia stia rispondendo a tutte le osservazioni di Etihad, abbiamo la garanzia che Alitalia risponderà a breve. Mi risulta che la trattativa sia ancora in corso». - Fonte: Il Sole 24 Ore