Aiuti di Stato: Italia e Spagna devono conformare i sistemi di tassazione dei porti
La Commissione europea ha proposto, in due decisioni distinte, che l'Italia e la Spagna conformino i rispettivi sistemi di tassazione dei porti alle norme in materia di aiuti di Stato. La Commissione conferma così il proprio impegno a garantire condizioni concorrenziali eque in tutta l'Ue in questo fondamentale settore economico.
Margrethe Vestager, commissaria responsabile per la Concorrenza, ha dichiarato: "I porti sono infrastrutture essenziali per la crescita economica e lo sviluppo regionale. Per questa ragione le norme Ue in materia di aiuti di Stato prevedono che gli Stati membri dispongano di ampi margini di manovra per l'adozione di misure di sostegno e di investimento a favore dei porti. Al tempo stesso, per garantire condizioni eque di concorrenza in tutta l'Ue, i porti che generano profitti esercitando attività economiche vanno tassati allo stesso modo degli altri operatori economici - né più, né meno", ha asserito.
La concorrenza transfrontaliera svolge un ruolo importante nel settore portuale e la Commissione si è impegnata a garantire condizioni concorrenziali eque in questo fondamentale settore economico.
In Italia i porti sono integralmente esentati dall'imposta sul reddito delle società. In Spagna i porti sono esentati dall'imposta sul reddito delle società per quanto riguarda i loro principali cespiti, ad esempio le tasse portuali o i redditi derivati da contratti di locazione o concessione. Nei Paesi Baschi, i porti sono totalmente esentati dal pagamento dell'imposta sulle società.
Nell'aprile 2018, la Commissione ha informato l'Italia e la Spagna in merito alle proprie preoccupazioni relative ai regimi di tassazione dei porti in vigore nei due Paesi. La Commissione ritiene, in via preliminare, che tanto in Italia che in Spagna i regimi fiscali vigenti concedano ai porti un vantaggio selettivo che potrebbe violare le norme Ue in materia di aiuti di Stato.
La Commissione ha quindi invitato l'Italia e la Spagna ad adeguare la loro legislazione per assicurare che i porti paghino, a partire dal 1° gennaio 2020, l'imposta sulle società allo stesso modo delle altre imprese attive, rispettivamente, in Italia e in Spagna. Ciascun Paese dispone ora di due mesi per reagire.
Le decisioni odierne fanno seguiti a recenti decisioni in cui la Commissione ha chiesto a Paesi Bassi, Belgio e Francia di abolire le esenzioni dall'imposta sulle società di cui beneficiavano i rispettivi porti.
Fonte = GUIDAVIAGGI 10/01/2019