Aeroporti italiani - Piano da 80 miliardi per evitare il collasso
Un investimento da 80 miliardi per migliorare gli aeroporti italiani. È questa la cifra che la rete aeroportuale nazionale avrebbe bisogno di veder sbloccata per diventare più competitiva e reggere la corsa al business dei cieli.
Lo rileva la Cassa depositi e prestiti, che ha pubblicato un report dedicato agli scali del Belpaese, a partire dal Piano nazionale degli aeroporti. Proprio il Piano, approvato lo scorso mese di settembre, prevede una serie di interventi per circa 80 miliardi di euro, in gran parte a carico di enti locali e amministrazioni centrali.
L’urgenza su cui Cdp pone l’accento è la necessità di interventi, di origine pubblica ma soprattutto privata, a sostegno della crescita del comparto, destinato secondo le stime a movimentare nel 2030 un volume complessivo di 170 milioni di pax (20 milioni in più rispetto al 2014).
Il rischio, altrimenti, è quello di restare fuori dalla partita, perdendo in competitività e capacità di attrazione degli investimenti. Uno scenario che il nostro Paese di fatto non può permettersi.
Il quadro tratteggiato da Cdp sull’attuale situazione aeroportuale italiana fotografa un panorama con due grandi poli, quello di Roma Fco e Milano Mxp, attorniato da numerosi scali di medie dimensioni, con il 55,6 per cento del traffico che si concentra sui primi 5 aeroporti: Fco, Mxp, Linate, Bergamo e Venezia.
Se l’elevato numero di strutture di medie dimensioni, da un lato, rappresenta una peculiarità del sistema, dall’altro, potrebbe rappresentare un ostacolo allo sviluppo, compromettendo la capacità di negoziazione dei singoli gestori. Ecco dunque che si fa necessario l’intervento economico, aprendo maggiormente all’ingresso di capitali privati da concentrarsi sui grandi poli. Per aumentare la dimensione media e consentire ai gestori di consolidarsi, incrementando la competitività dell’intero sistema. - Fonte: TTGItalia.com