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Adr rilancia l'hub con la nuova pista

Adr rilancia l'hub con la nuova pista

16 Agosto 2014

Sin dall'autunno dello scorso anno, quando si è seriamente temuto per un fallimento di Alitalia, l'azionista di riferimento di Adr, Atlantia che fa sua volta capo alla famiglia Benetton, aveva fatto il tifo per un'alleanza con il vettore arabo Etihad. Gli imprenditori veneti sapevano che gli arabi puntavano a fare dello scalo romano l'hub italiano del vettore integrato Alitalia-Etihad e per questo da subito hanno spinto le trattative verso il Golfo. La destinazione ad hub e la qualifica di aeroporto intercontinentale sono il presupposto del piano di sviluppo dello scalo romano nei prossimi 30 anni, sul quale è stato costruito il piano di incrementi delle tariffe aeroportuali approvato dal governo Monti a fine 2012. Il progetto prevede il potenziamento di Fiumicino Sud, l'area sulla quale già insiste lo scalo, con investimenti per 2,5 miliardi entro il 2012. E poi il raddoppio dell'aeroporto nella zona di Fiumicino nord, con la costruzione di una nuova pista, per investimenti complessivi entro il 2044 di 12 miliardi.

Questo ambizioso piano rischiava di essere fortemente ridimensionato se Fiumicino avesse perso lo status di hub per diventare uno scalo di collegamento point-to point. A onor del vero lo sviluppo dello scalo prevede addirittura una disposizione dual hub, di cui uno dedicato ai partner di Skyteam. In ogni caso anche la conversione a scalo point-to-point non sarebbe stato un obiettivo scontato, perchè avrebbe implicato una forte azione del management di Adr per cercare di coprire con altre compagnie il vuoto lasciato da Alitalia. È stato calcolato che nel caso in cui la compagnia italiana fosse fallita l'aeroporto Leonardo da Vinci avrebbe rischiato di perdere il 25% del traffico annuale dei passeggeri, oggi pari a circa 37 milioni, con una riduzione a 27 milioni. Anche i livelli occupazionali garantiti dalla presenza di Alitalia - e in particolare di tutto l'indotto collegato alla manutenzione - avrebbero subito una contrazione tra il 25 e il 30 per cento.

Ora questo scenario è scongiurato. Nono solo. Sullo sfondo c'è anche la prospettiva che l'alleanza con Etihad venga suggellata con l'ingresso nel capitale di Adr di fondi sovrani di Abi Dhabi. In verità, quest'ultimo passaggio avrebbe costituito una condizio sine qua non, posta dall'emiro di Abu Dhabi, per dare via libera all'alleanza con Etihad. I negoziati per l'operazione partiranno solo dopo il closing dell'alleanza: dovrebbe essere realizzata attraverso un aumento di capitale riservato a uno o più fondi sovrani di Abu Dhabi, tra cui il fondo Adia, e dovrebbe interessare circa il 20% di Aeroporti di Roma. - Fonte: Il Sole 24 Ore (di Laura Serafini)