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A lezione di turismo dai cugini spagnoli

A lezione di turismo dai cugini spagnoli

20 Gennaio 2016

Spagna, avanti tutta. Anno dopo anno, il Paese scala le classifiche mondiali per numero di arrivi, sovrastando potenze come la Francia, il Regno Unito e la stessa Italia. Ma quali sono davvero le ragioni di questo successo, destinato ad aumentare con la crisi in Nord Africa? E per l’Italia, è così difficile tentare di avvicinarsi al modello-Spagna, magari prendendo a presto la sua ricetta? Stando a un report di Confturismo della scorsa primavera, la nostra penisola non ha un reale problema di arrivi internazionali rispetto ai cugini spagnoli, quanto piuttosto di entrate valutarie.

Pur avendo un numero di turisti in linea con il competitor, e superiore alla Francia, il nostro Paese può contare su entrate molto più modeste. Se nel 2014 i visitatori internazionali in Spagna sono stati oltre 65 milioni, il giro d’affari generato è stato di 49 miliardi di euro. La Francia, da parte sua, ha incassato 42 miliardi, mentre l’Italia solo 34. Il punto cruciale però – continua il rapporto – è che nel nostro Paese gli stranieri spendono meno perché minore è la spesa media per pernottamento e perché più breve è la durata del soggiorno (la permanenza media è di 5,1 giorni in Spagna e di 3,7 giorni in Italia).

Risultato: al turismo italiano mancano all’appello circa 14 miliardi di entrate valutarie (quasi 1 punto di Pil), che si otterrebbero se il nostro Paese avesse il livello di permanenza media della Spagna. Se il modello turistico spagnolo funziona però, dipende anche dal fatto che l’offerta si è allargata nel corso degli anni fino a comprendere la parte orientale del Paese (Catalogna, comunità valenciana e Baleari), a cui si affianca il sud con Andalusia e Canarie.In queste regioni si concentra oltre il 90% del turismo straniero in Spagna (la maggior parte proveniente da Regno Unito, Germania e Francia), mentre meno di 10 milioni di presenze si riversano nell’area della capitale, dimostrando come il successo della Spagna (in termini di flussi turistici) sia determinato dal turismo internazionale che alloggia nelle strutture alberghiere delle coste.

Budget in crescita Gli ultimi dati dell’Instituto Nacional de Estadística confermano la Spagna come Mecca del turismo internazionale. Alla fine di novembre dello scorso anno la spesa media per turista rispetto allo stesso periodo del 2014 è cresciuta dell’1,4%) attestatasi a 1.063 euro, con una lieve contrazione del periodi o di permanenza. Tra i più spendaccioni, gli inglesi (in totale 13.412 milioni, +10%) e i tedeschi (9.295 milioni, -2,1%).   Capitali dello shopping Non solo spiagge e mare.

La Spagna si conferma destinazione turistica a 360° e piazza Madrid e Barcellona al secondo posto in condivisione del ranking europeo tra le città specializzate nel 'turismo de compras'. A dirlo è l’annuale indagine di Global Blue che, dopo Londra, ha eletto le due rivali iberiche come paradiso per gli amanti dello shopping. Grazie alla ricchezza dello loro offerta commerciale, unita alla bellezza e alla vivacità delle vie degli acquisti, Madrid e Barcellona hanno superato Roma, Berlino, Lisbona, Amsterdam, Praga e Budapest. - Fonte: L'AgenziaDiViaggi.it